Abbiamo vissuto giorni di festa, risate, grida di bambini, parole in italiano, spagnolo, "itagnolo", giochi di bambini e adulti, piñatas (manufatte dai bambini guidati dall'adorato consorte, insospettabile esperto di pignatte), caccia alle uova, nascondino, corse, altalene, corde, regalitos, macchinine, elicotteri, Barbie, raccolte di fossili e conchiglie (nelle vicine colline tettoniche).
Mangiate colossali, dolci (tra cui si è distinta la pluriosannata cheesecake della mia cognatina), uova di cioccolata in quantità mai viste da occhio umano, cedri a go-go, pane e salame, chili che avevo perso e che sono ritornati puntuali come una cambiale (accidenti a loro).
Ci siamo goduti il nostro angolo di paradiso: il giardino dietro casa, amorevolmente curato da mia madre, pollice verde della famiglia, e organizzato logisticamente da mio fratello, che per l'arrivo dei bambini ha creato uno spazio giochi meraviglioso, invidia di tutto il vicinato. Siamo stati confortati da un clima, tutto sommato, clemente.
Abbiamo familiarizzato con i nuovi arrivati (familiarizzato: mai parola fu tanto appropriata!) e riallacciato le fila degli affetti con gli altri. Per una volta abbiamo trascorso tutto il nostro tempo in famiglia, senza cercare troppi svaghi al di fuori del nostro clan che, poi, alla fine piccolo non è, e che in questi giorni ci ha dato tante soddisfazioni in termini di affetto e calore.
Per la prima volta nella storia, non abbiamo sentito pronunciare la frase "mi annoio" neanche una volta da parte del membro della famiglia più esigente in fatto di divertimenti: H.
E questo vorrà pur dire qualcosa.
Per la prima volta nella storia, non abbiamo sentito pronunciare la frase "mi annoio" neanche una volta da parte del membro della famiglia più esigente in fatto di divertimenti: H.
E questo vorrà pur dire qualcosa.
ecco dov'eri finita !!!
ReplyDeletebentornati !