Torno (virtualmente) a Lisbona per parlare del mio contatto - breve ma intenso - con il mondo della creatività.
Che la capitale Lusitana fosse una fucina di ingegno e artigianalità creativa lo avevo più che sospettato, se consideriamo che molti dei blog che seguo con entusiasmo sono made in Portugal, ma visitando Lisbona ne ho avuto la riprova.
Sono arrivata in questa città con una piccola lista di indirizzi di posti creativi che volevo visitare, in realtà sono riuscita a recarmi solo in uno di questi e ad acquistare le creazioni di un altro anche senza riuscire a vederne il laboratorio. Ma poco male, di negozietti che vendono cose artigianali di stoffa, feltro, ceramica originalissime ne ho incontrati tanti, e tanto spirito creativo l'ho scoperto anche vagando per le strade della città...
Ma di una cosa sono più che contenta: di aver avuto la possibilità di visitare il negozio di Rosa Pomar, conosciuta virtualmente anni fa tramite il suo blog, e di cui ho sempre adorato i nastri (di cui avevo già parlato qui) e le stoffe stampate tratte da suoi disegni. La sua retrosaria si trova nel vivacissimo barrio alto, in uno di quei palazzi un po' decadenti che caratterizzano Lisbona. Ci siamo arrivati dopo aver preso l'elevador da Rossio e aver attraversato un dedalo di strade, ma alla fine la camminata è stata ben ricompensata (per quanto mi riguarda). Quando ho riconosciuto le cassette della posta colorate e ho iniziato la salita che ci portava al secondo piano del palazzo (in cui si trova il laboratorio-merceria) ero quasi emozionata: non parliamo poi di quando, entrata nel negozio, ho iniziato a guardarmi intorno: mi sembrava di essere nel paese dei balocchi. E l'invidia che ho provato per quelle donne impegnate in uno dei laboratori in corso nella camera accanto!
Mentre i pargoli giocavano nell'angolo riservato ai bambini (in mezzo a un'imponente pupazzo in stile Pomar), io e mia cognata E. abbiamo fatto incetta di nastri (io) e lane (lei).
Purtroppo non mi è stato possibile visitare il negozio-laboratorio Cor do Cobre (di cui avevo letto qui), in cui si realizzano bellissimi gioielli in rame dipinto e infornato, ma per vie traverse sono riuscita ad acquistare a Belém un bellissimo anello realizzato con la stessa tecnica (e, come mi ha detto la ragazza che me lo ha venduto, creato da una collaboratrice del laboratorio).
Termino la mia rassegna sulla creatività portoghese, tessendo le lodi dell'appartamento in cui abbiamo soggiornato, facente parte di una struttura dal nome suggestivo: The Lisbonaire. Si tratta di 19 appartamenti arredati da giovani designer emergenti portoghesi. Quello che ci ospitava era semplicemente delizioso, ma anche gli altri, dei quali qui si trova un impeccabile servizio fotografico, sono tutti ugualmente straordinari. Assolutamente da vedere dal vivo.
Un motivo in più per tornare a Lisbona.
che belle cose che hai scoperto. bisogna essere attenti per trovarle qua, aldila' dei soliti pasteis de Belém (che pure meritano) e del fado.
ReplyDeletela citta' e' un'esplosione di creativita', anzi, nell'ultimo anno si sono moltiplicati posti ed iniziative in tal senso, nonostante lo spettro della crisi.
proprio una bella maniera di reagire alle difficolta'.
con il Portogallo abbiamo un filo diretto ora che lavoriamo in una delle sue ex-colonie ed ora farò scalo a Lisbona tornando laggiù. Credo che un giorno faremo un giro a Lisbona, ed ora che racconti delle tue scoperte, mi viene una voglia....
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