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Tuesday, 22 November 2011

Creatività lusitana

Torno (virtualmente) a Lisbona per parlare del mio contatto - breve ma intenso - con il mondo della creatività.
Che la capitale Lusitana fosse una fucina di ingegno e artigianalità creativa lo avevo più che sospettato, se consideriamo che molti dei blog che seguo con entusiasmo sono made in Portugal, ma visitando Lisbona ne ho avuto la riprova.
Sono arrivata in questa città con una piccola lista di indirizzi di posti creativi che volevo visitare, in realtà sono riuscita a recarmi solo in uno di questi e ad acquistare le creazioni di un altro anche senza riuscire a vederne il laboratorio. Ma poco male, di negozietti che vendono cose artigianali di stoffa, feltro, ceramica originalissime ne ho incontrati tanti, e tanto spirito creativo l'ho scoperto anche vagando per le strade della città...
Ma di una cosa sono più che contenta: di aver avuto la possibilità di visitare il negozio di Rosa Pomar, conosciuta virtualmente anni fa tramite il suo blog, e di cui ho sempre adorato i nastri (di cui avevo già parlato qui) e le stoffe stampate tratte da suoi disegni. La sua retrosaria si trova nel vivacissimo barrio alto, in uno di quei palazzi un po' decadenti che caratterizzano Lisbona. Ci siamo arrivati dopo aver preso l'elevador da Rossio e aver attraversato un dedalo di strade, ma alla fine la camminata è stata ben ricompensata (per quanto mi riguarda). Quando ho riconosciuto le cassette della posta colorate e ho iniziato la salita che ci portava al secondo piano del palazzo (in cui si trova il laboratorio-merceria) ero quasi emozionata: non parliamo poi di quando, entrata nel negozio, ho iniziato a guardarmi intorno: mi sembrava di essere nel paese dei balocchi. E l'invidia che ho provato per quelle donne impegnate in uno dei laboratori in corso nella camera accanto! 
Mentre i pargoli giocavano nell'angolo riservato ai bambini (in mezzo a un'imponente pupazzo in stile Pomar), io e mia cognata E. abbiamo fatto incetta di nastri (io) e lane (lei).



Purtroppo non mi è stato possibile visitare il negozio-laboratorio Cor do Cobre (di cui avevo letto qui), in cui si realizzano bellissimi gioielli in rame dipinto e infornato, ma per vie traverse sono  riuscita ad acquistare a Belém un bellissimo anello realizzato con la stessa tecnica (e, come mi ha detto la ragazza che me lo ha venduto, creato da una collaboratrice del laboratorio).

Termino la mia rassegna sulla creatività portoghese, tessendo le lodi dell'appartamento in cui abbiamo soggiornato, facente parte di una struttura dal nome suggestivo: The Lisbonaire. Si tratta di 19 appartamenti arredati da giovani designer emergenti portoghesi. Quello che ci ospitava era semplicemente delizioso, ma anche gli altri, dei quali qui si trova un impeccabile servizio fotografico, sono tutti ugualmente straordinari. Assolutamente da vedere dal vivo.



Un motivo in più per tornare a Lisbona.

Saturday, 19 November 2011

Porto

Sarò sincera: per quanto Porto (o Oporto, che dir si voglia) sia una città molto gradevole, piena di scorci interessanti, panorami incantevoli, ponti spettacolari, monumenti ricchi di storia e suggestioni, non mi ha - per così dire - rubato il coração come ha fatto invece Lisbona.
La capitale mi è parsa più vivace, cosmopolita, creativa, attraente.
A dire il vero questo è dovuto anche al fatto che la prima impressione della città non sia stata esattamente positiva, visto che il primo giorno di visita ci siamo per caso persi in quartiere che, a detta dei nostri compagni di viaggio che vi sono stati, sembrava più fatiscente di una favela di Salvador.
Ma al di là della prima impressione, la colpa maggiore di questa disaffezione la do principalmente al fatto che, essendo astemia, non ho potuto apprezzare l'aspetto enologico della città (che è poi il tratto più caratteristico e importante di una città come Porto): quindi niente giri per cantine, niente degustazioni estasiate di vino, niente sbornie gioiose nelle tante tascas.
Detto questo, resta il fatto che Porto è comunque una bella città, che merita una visita ( lo provano le foto a seguire).
Consiglio però un periodo dell'anno un tantinello meno piovoso!















Thursday, 17 November 2011

Lisbona

Confesso che se alcuni anni fa mi avessero proposto un viaggio in Portogallo, avrei cercato di barattarlo con un viaggio in qualche altro Paese europeo. Pur essendo presente nella lista dei Paesi da visitare, non era esattamente ai primi posti: pensavo - a torto - che altri luoghi "meritassero" più di questo.
Il nostro ultimo viaggio, a Lisbona e Porto, mi ha provato come siano stupidi e infondati i pregiudizi, e come non esista un luogo che non meriti una capatina, avendone la possibilità!


La mia maggiore curiosità nei confronti del Portogallo consisteva nel verificare se corrispondesse all'immagine che ne avevo derivato dalla lettura di Pessoa e Saramago, quella inclinazione alla malinconia, quella sottile inquietudine di essere al mondo, quella saudade che, dicono, sia un tratto prevalente di questo Paese.


Forse in parte è così, ma è vero anche il contrario.
Prima di partire, mi è capitato di leggere questo bel post di una italiana a Lisbona, che, citando Saint Exupery, descrive la città in cui vive come un paradiso luminoso e triste. Penso che la definizione sia azzeccatissima.
Triste come la pioggia dell'Atlantico che sembra interminabile (ma per fortuna non lo è), triste nel cielo a volte plumbeo, nei palazzi neoclassici e austeri, nelle facce della gente presa dal tran tran quotidiano, nel malinconico fado che si sente passando da qualche locale (e a ripetizione sui bus turistici).


Ma luminosa e solare come in quelle (mezze) giornate di sole in cui hai l'impressione che il sole sia vicinissimo, quel sole che rende tutto dorato e opulento, fa risplendere gli azulejos sulle facciate delle case, rende ancora più affascinante il giocoso gotico manuelino che ricopre i monumenti, riempie i cuori e gli animi, incita alla creatività e all'ingegno.



E' una città eclettica e multiforme, questa. Vi si trova tristezza e allegria. Antico e moderno. Vecchio e nuovo. Progresso e decadenza. Charme e trascuratezza.



Ci sono momenti in cui non ti capaciti di come aspetti così diversi possano vivere così armonicamente nella stessa città. Osservi i palazzi del centro storico, fatiscenti e decadenti (forse proprio per questo affascinanti), e li confronti con l'architettura avveniristica del quartiere moderno, del Parque das Nações 



"Molto pittoresco": è stata la frase (di montenasiana memoria) che ho pronunciato più spesso durante il nostro soggiorno. In effetti Lisbona ha un fascino particolare, uno charme unico.




Adorabili i suoi tram.



L'onnipresente lastricato.



Gli edifici in stile manuelino (quella nella foto sotto è la stazione di Rossio).


Le facciate ricoperte di piastrelle di ceramica.


I panorami mozzafiato, come quello che si vede dal suggestivo quartiere di Alfama (che si raggiunge in tram, attraversando strade così strette che volendo si potrebbero toccare i muri delle case, sporgendo la mano fuori dal finestrino).

Il ponte Vasco di Gama (accompagnato da un inaspettato e graditissimo arcobaleno).




La sontuosità del gotico manuelino sulla torre di Belém, che lambisce il Tejo (Tago).



Il cambio della guardia, vicino al Museo della Marina e del Combattente.


Il mosteiro dos Jeronimos.


I famosi pastéis de nata de Belém.


L'elevador, con il quale si raggiungono i "quartieri alti".


Il brulicante bairro alto (qui, siamo accanto a Pessoa, davanti al famoso bar Brasileira, da lui frequentato).


L'Atlantico, alla foce del Tago.


Bella e particolare, questa città.

Se qualcuno mi proponesse di tornarci, accetterei.

Anche subito.