Una delle cose che mi piace acquistare quando viaggio all'estero sono (oltre agli immancabili magnetini, ai libri e a qualche cibo tipico del luogo) le riviste di arredamento, specie se visito un paese in cui si parla inglese. Questo perchè, pur essendo vittima di un'odiosa legge di contrappasso, avendo a disposizione una casa così piccola e strapiena che non mi da possibilità di sfogare le mie velleità di interior designer, sognare non costa nulla. E il design anglosassone, un po' country, un po' influenzato da quello scandinavo (che impazza, con mia grande gioia, in ogni dove) mi sconfinfera molto.
I numeri che preferisco in assoluto sono quelli natalizi (dove si trovano foto meravigliose di appartamenti agghindati a festa) e primaverili (con foto di case luminose e colorate come piacciono a me), ma, pur essendo in autunno, non ho voluto comunque farmi mancare una piccola selezione di riviste da sfogliare nei (rari) momenti di pace per far volare la fantasia e arricchire la mia casa dei sogni di nuovi elementi.
Essendo una fan del design nordico, la mia casa dei sogni la immagino quasi completamente bianca, ma con tanti sprazzi di colore che mettono allegria e tirano sù (ché io, diciamolo, sono una che ha bisogno di esser tirata sù di tanto in tanto). Tanto tantissimo legno chiaro, e qualche oggetto vintage dal valore affettivo.
Sono sicura che la stanza in cui mi sbizzarrirei di più è quella delle bambine, che sarebbe un vero e proprio atelier creativo visto che H. ha la passione per l'arte: la riempirei di stoffe e quadri colorati, ghirlande e cuscini di tutte le fogge e giocattoli di legno e libri a iosa (basta dare un'occhiata alle foto che ho salvate su pinterest per avere un'idea).
Avrei uno studio personale, con una libreria ampia in cui tenere le mie stoffe, e un grande tavolo da lavoro su cui poter mettere in pianta stabile la mia macchina da cucire (che al momento per ragioni di spazio tiro fuori dalla scatola solo non posso farne a meno) e il computer, e le pareti color acquamarina.
La cucina la immagino bianca, ma con le pareti verde pisello (come quella che avevo a Londra) e un grande tavolo rotondo à la tulip.
La camera da letto sarebbe un boudoir moderno, semplice e lineare ma d'effetto, dai colori chiari ma con un'unica parete decorata con una carta da parati dal colore acceso, rossa o fuksia; un armadio così capiente da dar posto a tutte le mie cianfrusaglie, comodini e tavolini con pile di libri e miriadi di foto alle pareti.
Il mio soggiorno avrebbe i divani più comodi del mondo sommersi da cuscini di ogni foggia e dimensione e una libreria pazzesca di quelle davanti alle quali tutti i visitatori esclamerebbero estasiati: "wow, ma li hai letti tutti?".
La camera degli ospiti (indispensabile per noi che abbiamo tanti parenti e amici lontani) sarebbe ampia e confortevole, con un letto a due piazze, un divano letto (per gli immancabili ospiti aggiuntivi), una scrivania, una libreria (dove metterei tutte le mie adorate scatole di latta e i cesti) e un piccolo armadio.
La mia casa dei sogni è semplice e confortevole, molto vissuta e molto amata. Ma è soprattutto una casa che ha una caratteristica rimarchevole, nonchè, immagino, molto invidiata: quella, cioè, di rimettersi in ordine da sola e di autopulirsi.
Altrimenti che casa dei sogni sarebbe?
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Tuesday, 9 October 2012
Tuesday, 28 September 2010
Ch-ch-changes
Ho notato che ci sono alcuni mesi dell'anno in cui la mia voglia di cambiamento si fa più intensa del solito. Pur essendo fondamentalmente abbastanza tradizionalista, una che accetta con fatica di cambiare (lavoro, città, casa, ambiente..), c'è una parte di me che in realtà vorrebbe contrastare l'assuefazione al quotidiano, che non ama fare sempre le stesse cose, percorrere gli stessi percorsi. Quindi vivo in bilico tra la voglia di cambiamento e quella di stabilità, in un eterno conflitto, fatto di attese trepidanti e paura del futuro.
Settembre è il mese della ripresa, e per me coincide con il desiderio di "qualcosa di nuovo". Mi si dirà che se davvero ho voglia di uno stravolgimento di vita mi basterà aspettare poco più di un mese, allora sì che vivrò qualcosa di diverso..
Ma per il momento la voglia di "something different" si esprime in qualcosa di di meno travolgente e radicale. Ho voglia di cambiamento in casa mia.
Che possibilità ci sono di rinnovare con poco dispendio di forze e denaro un appartamento di circa 55 mq, di un fatiscente palazzone di 12 piani al centro di uno dei quartieri più popolosi e popolari della capitale, che più che un restyling avrebbe bisogno di una seria ristrutturazione o meglio di una ricostruzione ex novo? Le possibilità alla fine non sono molte, visto che non è esattamente il momento giusto per riempirsi di casa gli operai e trasformare i già esigui spazi vivibili in un cantiere.
Questo però non toglie che mai come in questo momento ho bisogno di organizzazione, e ordine (parole che di solito sono bandite dalla mia dimora, lo sa bene chi frequenta casa mia).
In questi giorni sono evidentemente in preda al nesting instict, visto che sono posseduta da una voglia irrefrenabile di rendere la casa più accogliente e vivibile, per quanto si possa fare con un appartamento lillipuziano come il mio. Sto cercando di riorganizzarlo dando via quello che non serve e sostituendo ciò che è indispensabile con qualcosa di più pratico e utile. Ho iniziato cambiando il frigo, che già da mesi ci dava parecchie noie. Abbiamo optato per un modello di basso consumo, no frost e finalmente con un reparto congelatore come si deve (non sono una che ama surgelare, ma spero che mi aiuti ad essere un po' organizzata quando arriverà la piccola). La cosa che ci fa sorridere e che ci lascia un po' perplessi è che si tratta di una marca che appartiene ad una multinazionale cinese che produce in Italia (mah! di solito è il contrario..). Ma le recensioni lette su internet e l'addetta alle vendite ci hanno incoraggiati all'acquisto.
A breve passeremo a cambiare gli infissi, che stanno ormai cadendo a pezzi.
Sto poi facendo una lotta strenua contro le montagne di carta che in casa ci stanno sommergendo. Non mi riferisco ai libri (che sono una presenza ingombrante in casa nostra, ma alla quale non rinuncerei per nulla al mondo), ma alle riviste (mio marito è abbonato a un paio di settimanali), agli opuscoli, i volantini, le lettere, e i disegni di H. (che sono nell'ordine delle centinaia), gli appunti, i ritagli di giornale, gli imballaggi.. Mi chiedo come sia possibile nell'era dell'ipad, fare uno spreco di carta così colossale.
Ho iniziato un'opera di ripulisti e riorganizzazione elefantiaca. Non so se ne verrò a capo...
L'arredamento e il decor sono un altro capitolo importante della mia voglia di cambiamento. Peccato che su questo fronte poco si possa fare di concreto, visto che, a meno che non si decida di buttare tutto quello che la casa contiene per sostituirlo con altro mobilio, ci si deve fermare all'evidenza che "non c'è assolutamente spazio per altri mobili". Quindi mi tocca continuare a sognare davanti alle riviste di arredamento, cercando soluzioni che difficilmente potrò realizzare (almeno per il momento). Quindi mi limito ad osservare, e a scoprire nuove idee da realizzare nella casa dei sogni e a innamorarmi di negozi come questo, che considero una specie di Paese dei Balocchi, e in cui se solo potessi comprerei tutto o quasi..
Le mie velleità da interior designer dilettante sono poi sollecitate dai tanti siti di arredamento sul web, di cui ormai sono fedelissima. Un sito di questi è Apartment Therapy che, con i suoi house tours, stuzzica la mia curiosità voyeristica di vedere "come sono le case degli altri", trovando delle idee interessanti per la mia home-to-be. Subito dopo, nella mia lista degli interior design blogs metto questi:
Decor8
Settembre è il mese della ripresa, e per me coincide con il desiderio di "qualcosa di nuovo". Mi si dirà che se davvero ho voglia di uno stravolgimento di vita mi basterà aspettare poco più di un mese, allora sì che vivrò qualcosa di diverso..
Ma per il momento la voglia di "something different" si esprime in qualcosa di di meno travolgente e radicale. Ho voglia di cambiamento in casa mia.
Che possibilità ci sono di rinnovare con poco dispendio di forze e denaro un appartamento di circa 55 mq, di un fatiscente palazzone di 12 piani al centro di uno dei quartieri più popolosi e popolari della capitale, che più che un restyling avrebbe bisogno di una seria ristrutturazione o meglio di una ricostruzione ex novo? Le possibilità alla fine non sono molte, visto che non è esattamente il momento giusto per riempirsi di casa gli operai e trasformare i già esigui spazi vivibili in un cantiere.
Questo però non toglie che mai come in questo momento ho bisogno di organizzazione, e ordine (parole che di solito sono bandite dalla mia dimora, lo sa bene chi frequenta casa mia).
In questi giorni sono evidentemente in preda al nesting instict, visto che sono posseduta da una voglia irrefrenabile di rendere la casa più accogliente e vivibile, per quanto si possa fare con un appartamento lillipuziano come il mio. Sto cercando di riorganizzarlo dando via quello che non serve e sostituendo ciò che è indispensabile con qualcosa di più pratico e utile. Ho iniziato cambiando il frigo, che già da mesi ci dava parecchie noie. Abbiamo optato per un modello di basso consumo, no frost e finalmente con un reparto congelatore come si deve (non sono una che ama surgelare, ma spero che mi aiuti ad essere un po' organizzata quando arriverà la piccola). La cosa che ci fa sorridere e che ci lascia un po' perplessi è che si tratta di una marca che appartiene ad una multinazionale cinese che produce in Italia (mah! di solito è il contrario..). Ma le recensioni lette su internet e l'addetta alle vendite ci hanno incoraggiati all'acquisto.
A breve passeremo a cambiare gli infissi, che stanno ormai cadendo a pezzi.
Sto poi facendo una lotta strenua contro le montagne di carta che in casa ci stanno sommergendo. Non mi riferisco ai libri (che sono una presenza ingombrante in casa nostra, ma alla quale non rinuncerei per nulla al mondo), ma alle riviste (mio marito è abbonato a un paio di settimanali), agli opuscoli, i volantini, le lettere, e i disegni di H. (che sono nell'ordine delle centinaia), gli appunti, i ritagli di giornale, gli imballaggi.. Mi chiedo come sia possibile nell'era dell'ipad, fare uno spreco di carta così colossale.
Ho iniziato un'opera di ripulisti e riorganizzazione elefantiaca. Non so se ne verrò a capo...
L'arredamento e il decor sono un altro capitolo importante della mia voglia di cambiamento. Peccato che su questo fronte poco si possa fare di concreto, visto che, a meno che non si decida di buttare tutto quello che la casa contiene per sostituirlo con altro mobilio, ci si deve fermare all'evidenza che "non c'è assolutamente spazio per altri mobili". Quindi mi tocca continuare a sognare davanti alle riviste di arredamento, cercando soluzioni che difficilmente potrò realizzare (almeno per il momento). Quindi mi limito ad osservare, e a scoprire nuove idee da realizzare nella casa dei sogni e a innamorarmi di negozi come questo, che considero una specie di Paese dei Balocchi, e in cui se solo potessi comprerei tutto o quasi..
Le mie velleità da interior designer dilettante sono poi sollecitate dai tanti siti di arredamento sul web, di cui ormai sono fedelissima. Un sito di questi è Apartment Therapy che, con i suoi house tours, stuzzica la mia curiosità voyeristica di vedere "come sono le case degli altri", trovando delle idee interessanti per la mia home-to-be. Subito dopo, nella mia lista degli interior design blogs metto questi:
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E chi più ne ha più ne metta!
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Thursday, 14 May 2009
Mi piace (Speciale: casa mia casa mia per piccina che tu sia..)
Dalle precedenti edizioni di questa rubrica si sarà capito che a me piacciono i colori, e in particolare i colori forti, brillanti, forse per contrastare il mio carattere un po', come dire.. remissivo. Amo i colori energizzanti, vitali, allegri, che mi sappiano dare una scossa e che mi spingano ad essere un po' piu' assertiva.
Ecco il mio ingresso/corridoio (o - come direbbe con voce altisonante e iperbolica un agente ammobiliare - il disimpegno: parola che mi fa morir dal ridere soprattutto se riferita alla mia microcasa). Così è stato colorato (evidentemente, non "imbiancato") da mio fratello ormai quasi 6 anni or sono. L'idea di dipingere ogni parete di un colore diverso è stata mia, all'epoca ero una fan sfegatata di Friends, e mi piaceva l'idea di rendere l'entrata di casa piu' colorata e quindi piu' accogliente possibile, anche se con una varietà di colori più ampia di quella del set del telefilm che mi aveva ispirata.
So che esiste una disciplina che si chiama cromoterapia, che studia l'influenza che i colori hanno sul nostro umore e la nostra personalita': pur non avendo mai approfondito l'argomento attraverso le letture, so per esperienza diretta quanto un ambiente allegro e colorato possa cambiarmi la giornata. Spesso (anche se non sempre) amo indossare vestiti colorati, e adoro le case dalle pareti policromatiche. So che il bianco totale fa molto chic, e da anche un'impressione di pulizia e distensione che i colori non danno, ma non credo che riuscirei a vivere in una casa che non abbia almeno una parete colorata.
Mio fratello, al tempo in cui io e il mio adorato consorte vivevamo a Londra, decise di farmi questa sorpresa straordinaria, realizzando il mio desiderio. La scelta dei colori è impeccabile, io non avrei saputo fare di meglio. Certo, a vederlo adesso, non sembra un lavoro cosi' straordinario, perche' sono passati quasi 6 anni, i muri hanno subito gli attacchi di H. nella sua fase di graffitara (fortunatamente ormai superata da un po'), e le pareti avrebbero bisogno di una rinfrescata (e ristuccata). Ma continuo a rimandare perchè questi colori mi piacciono esattamente così, e temo che "rinfrescare le pareti" potrebbe portare a variare le tonalita' e lo spirito allegro ed energizzante dell'ingresso.
Saturday, 25 April 2009
Elogio della sala da bagno
"Mamma, vieni con me in bagno? Dai, così facciamo una bella chiacchierata!"
Questa battuta di H mi fa sorridere, ma in realtà riflette un'abitudine consolidata della nostra famiglia. Sarà perchè la nostra microcasa non permette di avere una sala da conversazione privata (la camera da letto è il luogo delle conversazioni solo in posizione supina, perchè gli spazi esigui non permettono alternativa, il soggiorno è solitamente popolato da qualcuno impegnato in altra attività che non sia la conversazione, idem per la cucina). La nostra microcasa, inoltre, ha la fortuna/sfortuna di avere un bagno "abitabile", quindi va da sè che questa camera venga utilizzata anche per altri scopi che non siano "quelli preposti".
Mi fa sorridere il fatto che sia diventata prassi in casa, il lasciare sempre la porta aperta (leggi: non chiusa a chiave), a meno che non abbiamo ospiti non abituati a questa usanza. Dopo una lunga opposizione dell'adorato consorte, che sosteneva il fatto che il bagno è e deve rimanere un luogo privato, siamo riusciti a convincere anche lui della necessità di convertire quella stanza anche in sala da conversazione/studio/giochi, utility room, sala da lettura e persino sala computer. Insomma, uno spazio multifunzionale. Del resto, per noi il bagno è da sempre la camera delle decisioni importanti, la camera dei litigi e delle riconciliazioni, la camera dei chiarimenti e delle confidenze.
So che molti inorridirebbero al leggere di questa cosa, ma noi ne siamo abbastanza contenti. Devo ricordarmi di inserire le mille funzioni della nostra sala da bagno nella descrizione della nostra casa, quando decideremo di venderla: sono sicura che questo la renderebbe più attraente ai possibili compratori.
E sto meditando di cambiare vasca da bagno e inserire questa (direttamente da Colazione da Tiffany).
Questa battuta di H mi fa sorridere, ma in realtà riflette un'abitudine consolidata della nostra famiglia. Sarà perchè la nostra microcasa non permette di avere una sala da conversazione privata (la camera da letto è il luogo delle conversazioni solo in posizione supina, perchè gli spazi esigui non permettono alternativa, il soggiorno è solitamente popolato da qualcuno impegnato in altra attività che non sia la conversazione, idem per la cucina). La nostra microcasa, inoltre, ha la fortuna/sfortuna di avere un bagno "abitabile", quindi va da sè che questa camera venga utilizzata anche per altri scopi che non siano "quelli preposti".
Mi fa sorridere il fatto che sia diventata prassi in casa, il lasciare sempre la porta aperta (leggi: non chiusa a chiave), a meno che non abbiamo ospiti non abituati a questa usanza. Dopo una lunga opposizione dell'adorato consorte, che sosteneva il fatto che il bagno è e deve rimanere un luogo privato, siamo riusciti a convincere anche lui della necessità di convertire quella stanza anche in sala da conversazione/studio/giochi, utility room, sala da lettura e persino sala computer. Insomma, uno spazio multifunzionale. Del resto, per noi il bagno è da sempre la camera delle decisioni importanti, la camera dei litigi e delle riconciliazioni, la camera dei chiarimenti e delle confidenze.
So che molti inorridirebbero al leggere di questa cosa, ma noi ne siamo abbastanza contenti. Devo ricordarmi di inserire le mille funzioni della nostra sala da bagno nella descrizione della nostra casa, quando decideremo di venderla: sono sicura che questo la renderebbe più attraente ai possibili compratori.
E sto meditando di cambiare vasca da bagno e inserire questa (direttamente da Colazione da Tiffany).

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