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Wednesday, 22 May 2013

Cose (futilissime) che succedono di questi tempi a queste latitudini

Sto leggendo (a singhiozzo ma con grande piacere) Stoner. Si tratta del mio primo ebook, quindi sono ancora nella fase di "sperimentazione del nuovo". Finora posso dire che i pregiudizi che avevo nei confronti della lettura da schermo non sono stati confermati. Alla fine posso dire di riuscire a sopportare benissimo di leggere un ebook per quella mezz'ora al giorno prima di addormentarmi, o al mattino appena sveglia (unici due momenti in cui riesca a leggere checchessia): lo schermo e' illuminato e la lettura senza altre fonti luminose non sembra darmi particolarmente fastidio. Una nota lievemente negativa c'è: per leggere non uso un reader, bensì un iPad, che, mi dicono, non è la stessa cosa ( a quanto pare la qualità di lettura è migliore nei reader), e qualche volta mi sono trovata nell'impossibilità di leggere il mio libro perché l'ipad, appunto, era in mano ad altri utilizzatori, o perché era scarico. Ma tutto sommato niente di grave.
Una parola sul libro, Stoner: bello. Nel mio invisibile registro da maestrina dalla penna rossa ho già scritto un +; che davanti ci metta un 7, un 8 o un 9 è ancora da vedersi. Mi riservo di dare un giudizio più approfondito alla fine visto che al momento mi mancano ancora una cinquantina di pagine. A proposito di pagine, la cosa che più mi diverte degli ebook, è che a seconda dell'inclinazione dell'iPad cambia il numero delle pagine, quindi volendo possiamo scegliere di leggere in verticale o orizzontale a secondo di quanto vogliamo farci durare il libro.

Ho comprato questo vestito, perché mi piaceva la sua aria un po' retro, tutta trine e pizzi della nonna. A onor del vero mi è stato finanziato da mia madre, che' io se un vestito supera i trenta euro lo considererò sempre fuori budget e non lo comprerò per quanto possa piacermi (a meno che qualcuno, come in questo caso, si offrisse di regalarmelo per il compleanno).
Mi è arrivato qualche giorno fa e l'ho provato subito per vedere l'effetto che fa. Il giudizio alla prima prova è stato: carino! Quello della seconda: non male. Quello della terza (e ultima): potrebbe starmi meglio.
Come si può notare dalla foto la particolarità di questo vestito è la scollatura sulla schiena. Ebbene, ho scoperto che questo genere di abiti, così accollati, non mi sta particolarmente bene. Ho provato a indossare il vestito al contrario, e tutto sommato non era male, se non fosse per l'elastico in vita che tendeva a tirare verso su. Poi, non essendo esattamente filiforme, subisco il penoso confronto con la modella che indossa l'abito, alla quale sta infinitamente meglio che a me. Per dire, l'aria romantica che il pizzo regala alla figura della modella, fa sembrare me la sua trisavola.
Per cui, dopo giorni di indecisione, pur essendo fortemente combattuta, ho deciso di renderlo, salvo pentirmene parzialmente per le immani difficoltà che ho avuto per riuscire a completare il modulo sul sito e a stampare l'etichetta (evidentemente il mio computer non era d'accordo con la restituzione, ma alla fine ho vinto io). Pur avendo comprato su internet un'infinità di volte, si tratta della prima in cui decido di restituire qualcosa, e visto che non amo molto dover tornare sui miei passi, mi riprometto, in altra occasione, di cercare di essere più sicura dei miei acquisti prima di portarli a compimento, per evitare, in caso, di perdermi nuovamente nell'odioso impiccio del reso.

Dopo la partenza un po' in sordina, il crescendo, cui ho assistito, della minifiction "Una mamma imperfetta" mi fa affermare senz'ombra di dubbio di poter essere annoverata tra gli aficionados della serie. La puntata di oggi (n°13) sul finale mi ha fatto ridere fino alle lacrime, tanto che la mia figlia minore mi si è avvicinata e prendendomi le cuffiette di mano mi ha chiesto curiosissima "Mamma, pecchè hidi? Voglio sentihe anch'io..."

La scuola sta finendo (e un anno se ne va, aggiungerebbero i Righeira). Stiamo per entrare ufficialmente nella settimana "calda", quella dei giudizi finali, dei saggi, dei concerti di fine anno (perché a pianoforte si sono inventati anche questa), delle riunioni informative sui campi estivi (scout). Noi donne di casa ci apprestiamo a lasciare la capitale (senza il lavoratore indefesso, che rimane a Roma a lavorare ancora più indefessamente), una volta concluse la miriade di attività di fine anno. La destinazione è come al solito la casa dei nonni, ma le vacanze prevedono anche qualche ritorno al vertice e spostamento tecnico.
Non so se ci riuscirò ma quest' estate vorrei riposarmi attivamente (un ossimoro che non sono mai riuscita a mettere in pratica come volevo), leggere, creare, osservare cose belle.
Fusse che fusse la vorta bona.

Nonostante siamo oggettivamente al 22 maggio il generale inverno ha fatto la sua ricomparsa dalle nostre parti. Mentre scrivo il cielo si è oscurato a tal punto che ho dovuto accendere la luce e tuona e lampeggia e piove come se non ci fosse domani. E pensare che non più di dieci minuti fa c'era il sole e, fiduciosa, mi sono detta: finisco questo post ed esco. Maledetta primavera!

Giochiamo a Photo Booth?

Thursday, 14 February 2013

Resisto a tutto fuorchè ai saldi

Confesso: ho peccato. Ripetutamente e consapevolmente. Ho fatto un uso irresponsabile di bankomat e carta di credito. Mi sono lasciata corrompere dalla lascivia di un 70% . Mi sono autoconvinta senza alcun pudore di dover acquistare cose di cui dubbiamente se ne sentiva la necessità.
Confesso, ho comprato. Tanto. Ho speso soldi che non ho nemmeno guadagnato.
Ma a mia difesa devo dire che il mio (ormai rinomato) braccino corto mi ha impedito di spendere cifre che non possa permettermi. Per intenderci, caro adorato consorte, che leggendo queste righe sarai giustamente preoccupato che io abbia dato fondo alla carta di credito, sappi che per tutte le spese che ho fatto ho pagato infinitamente meno del carré di Hermès che il tuo amico e collega di lavoro R. ha portato come souvenir a sua moglie dal vostro viaggio a Parigi (viaggio dal quale tu mi hai portato invece - su mia richiesta, diciamolo - un paio di riviste di arredamento).
Ma non importa quanto abbia speso, fatto sta che, come ogni volta che mi lascio sedurre dai saldi (cioè sempre), esco dal negozio con un misto di soddisfazione e rimorso. Penso alle cose carinissssssime che ho preso e accompagno il pensiero a un urletto di piacere, ma subito dopo, inesorabile arriva il "sì-però". Belle sì, però ne avevamo effettivamente bisogno? A poco prezzo perchè superscontate, sì, però le sfrutteremo o staranno vita-natural-durante nell'armadio a riempire spazi che non ho?
Tralascio (astutamente) di menzionare quello che ho comprato per me e mi concentro invece su quello che ho preso invece per le figlie (chè i sensi di colpa, quando si spende per regalare ad altri che non sia sè stessi, sono meno forti).
Qualche giorno fa, allodola che non sono altro, sono entrata, attirata dallo specchietto di un cartello -70% grande quasi l'intera vetrina, in uno dei miei negozi preferiti di window shopping: Accessorize. Ho volutamente saltato la parte accessoristica, chè di cappelli e sciarpe e affini ne abbiamo a bizzeffe handmade e mi sono diretta all'angolo di Monsoon, abbigliamento per bambini. Dopo mezz'ora di permanenza nel negozio, durante la quale avrò posato e ripreso in mano almeno una ventina di vestiti per almeno una ventina di volte, incrociando il mio sguardo con quello della cassiera ho esclamato: "Ahimè, potessi prenderli tutti", al chè lei, con l'aria di chi è avvezza a casi di psicolabilità apprezzamento del prodotto di questo tipo, mi risponde con aria di commiserazione comprensione e complicità, "Lo so, lo so".
Alla fine ho comprato le seguenti cose: due penne multicolore, un astuccio di metallo, un cerchietto, 2 vestiti da cerimonia per H., una camicia a quadri per H., un vestitino estivo per A., un vestitino primaverile per H. un abito da cerimonia per A.
Fortunatamente gli abiti sono risultati graditi alle destinatarie. Adesso dovrò solo inventarmi le "occasioni d'uso". Per giustificare l'acquisto degli abiti da cerimonia penso che inizierò dal convincere mia cognata dell'assoluta necessità che si sposi al più presto (prima, cioè, che le nipotine cambino taglia). Del resto, sono quasi 10 anni che sta insieme al suo ragazzo, sarà pure ora di convolare! Eh, C., è l'ora di darsi una mossa! Yalla!





Monday, 24 January 2011

Frivolezze

Mi piacerebbe che questo anno scivolasse leggero. Vorrei che i giorni trascorressero senza pesi e preoccupazioni, con la mente sgombra e il cuore aperto al nuovo. Chè ultimamente ho la testa pesante come un macigno.
Il mio proposito per il nuovo anno è di riuscire a vivere questi mesi con levità e leggerezza.
E concedermi anche un po' di frivolezze, ogni tanto.

Il mio attimo di frivolezza, ultimamente, è stato questo acquisto.


Sembrerà poca cosa, ma per una che vive da sempre con i piedi ben piantati per terra, una soprelevazione di 7 cm è un cambiamento radicale. Adesso si tratta solo di imparare a camminarci su... e qui son dolori.

Friday, 22 October 2010

Non ho saputo resistere...



... all'acquisto, anche se qualcosa mi dice che quando lei sarà capace di leggere mi rinfaccerà il fatto di aver alimentato la diffusione del nomignolo "Alice-nel-Paese-delle-Meraviglie"!
Tu quoque mater?