Showing posts with label Londra. Show all posts
Showing posts with label Londra. Show all posts

Friday, 6 December 2013

London Blues


Mentre noi donne restiamo immerse nella solita noiosa e inconcludente routine, l'uomo di casa (aka adorato consorte, aka amorevole papà) è impegnato nei suoi giri per il mondo, ufficialmente etichettati come "viaggi di lavoro". Ma in mezzo al lavoro, un po' di piacere, si sa, ci scappa sempre.
Dopo aver fatto per due settimane la spola Roma-Milano, è finalmente partito per Londra, suscitando un'indicibile invidia da parte della sottoscritta. I viaggi nel Regno Unito senza di me gli dovrebbero essere vietati: Londra è la nostra città del cuore (o perlomeno una delle nostre città del cuore). E' quella che ci ha visti muovere i primi passi da sposati, quella in cui siamo passati dallo stato di coppia a quello di famiglia, quello in cui abbiamo lavorato (e cambiato lavoro con una facilità che, da italiana, io ritenevo impossibile), in cui abbiamo maledetto il tempo variabile che influenza l'umore, l'etica protestante del lavoro che non ti fa pensare ad altro e la solitudine che deriva dall'essere lontani da tutti. E' quella in cui abbiamo goduto del senso di indipendenza e libertà che poche città come Londra sanno dare, dei musei gratuiti, delle librerie in cui ci puoi passare le giornate, delle passeggiate che riservano sempre sorprese, del Natale pienio di luci e ambiance, della gente di tutti i tipi, tutte le nazionalità, tutti i credi, i pensieri, gli orientamenti sessuali, che ti fa sentire come parte di un tutto, ti senti diversa ma ugualmente importante.
Così, cerco di scongiurare l'invidia girando per una Roma periferica, caciarona e un po' sguaiata ascoltando Mika nelle cuffiette e sentendomi un po' lì (perché Mika tra tutti i cantanti mi faccia sentire a Londra è lungo a spiegarsi e poco importante, ma è così).
E prima di partire ho chiesto al mio adorato consorte di portarmi in dono questo libro.


Messaggio palese più che subliminale.

Sunday, 23 September 2012

London calling

"Allora? Che impressione ti ha fatto?"
"Mmmmhhh... Non saprei..."
"Positiva o negativa?"
"Nè positiva nè negativa".
"Un po' di precisione e di approfondimento in più non guasterebbe!! Me lo vuoi dire o no che te ne è sembrato!?"
"Beh, mi è sembrato... strano. Non so definire bene come e perchè. So solo che rivedere quei luoghi mi ha dato sentimenti contrastanti."

Ecco come si è svolta più o meno la conversazione tra me e il mio adorato consorte al suo ritorno da Londra il mese scorso. Ora che anch'io ci sono tornata dopo anni di assenza posso confermare le stesse sensazioni confuse o indefinite che ha provato lui.
Alcuni luoghi sono veramente irriconoscibili (specie la zona di Stratford "stravolta" dalle Olimpiadi), altri sono rimasti immutati rispetto a quando ci vivevamo noi.
Due giorni e mezzo sono pochi per re-immergersi nella vita londinese e avere la sensazione di farne nuovamente parte. E poi, si sa che visitare una città così "particolare" come Londra da turisti non è come vederla da residenti.
Quelli che mi pare non siano cambiati sono i londinesi: sempre di corsa, sempre e comunque parte integrante degli ingranaggi della città, hanno assimilato le regole di vita urbana a tal punto che li riconosceresti ovunque, non fosse altro che per il modo in cui si mettono in fila in ogni situazione, e anche per via del linguaggio che li caratterizza, fatto di "sorry" "thank  you", "I beg your pardon", "I'm afraid", "Would you mind". L'educazione, la cortesia superficiale e anche un po' ipocrita, l'indifferenza.
Ci sono cose che sento molto mie di questa città e cose che non sopporto (pur essendo anch'esse molto vicine al mio modo di essere). 
Ma bando alle speculazioni filosofiche e alla pseudo auto-analisi.
Mi ha fatto bene tornarci, e desideravo farlo da tanto, soprattutto per H. che ha lasciato Londra che aveva meno di un anno e non ci ha più messo piede. Sarà un'idea un po' kitsch, ma ci tenevo a far le foto davanti alla casa le cui mura hanno udito i primi vagiti di H. (eufemismo per urla disumane). 





Così come la casa di Pimlico (che tuttavia H. non ha mai conosciuto visto che vi abitavamo prima che lei nascesse).
Ed è stato bello rivedere tanti posti che ho amato frequentare, come Covent Garden



(dove - nota di costume - abbiamo visto file di gente accampata per la notte davanti allo store della Apple, in attesa della messa in vendita dell'ipad 5, il giorno dopo il nostro passaggio).

Piccadilly.

Trafalgar Square.


Buckingham Palace.





Il Big Ben.

Il vecchio Thames col London Eye.


Knightsbridge (Harrods sullo sfondo).


Il meraviglioso Natural History Museum dove ho sempre sognato di portare H. quando fosse stata in grado di intendere e di volere.


Hyde Park (con classico pit-stop al parco giochi).


Gli immancabili scoiattoli.


Il riscaldamento prima della corsa.

Oxford Street (il paradiso dello shopping).



L'Excel (davanti al quale abbiamo soggiornato).


Sono tanti i posti che avrei voluto rivedere, ma la brevità di questo viaggio non ce lo ha consentito. Come dice H. (che è stata entusiasta di questa visita), sarà per la prossima volta.