Monday 17 December 2012

Sisifo e le frustrazioni domestiche

C'è qualcosa di perverso ed estremamente frustrante nella gestione delle pulizie di casa. Chi mi conosce sa che non sono una maniaca, ma che onde evitare che l'ufficio di igiene dell'asl faccia incursione in casa mia e metta i sigilli al mio appartamento, a volte una ripulita mi tocca anche darla. Noto con sgomento, però che ultimamente (e di questo do la colpa ai termosifoni, perchè non c'è altra spiegazione) si è accelerata la riproduzione dei "gatti pelosi" in casa mia. Passi l'alpirapolvere la mattina, e il pomeriggio già te li ritrovi in quantità industriale rotolanti per la casa come tumbleweeds nel deserto americano. La fuffa regna sovrana. A parte questa, però, solitamente ci si mettono anche le figlie: quando vedo che il soggiorno (che assume anche la funzione di camera delle bambine, camera degli ospiti, studio, atelier, e all'occorrenza sala da pranzo) raggiunge livelli di disordine e incuria insopportabile, faccio sloggiare le infante e comincio il repulisti. Ecco, anche in questo caso, non faccio in tempo a passare lo straccio che già una figlia ha inavvertitamente rovesciato il contenuto del temperamatite sul pavimento, l'altra ha fatto cadere il succo, l'altra ha sparpagliato puzzle, costruzioni e microgiocattoli nell'ordine delle decine, assicurandosi che siano ben mescolati per rendere più difficile l'eventuale riordino, l'altra ha fatto pipì sul divano, l'altra, presa improvvisamente da un raptus creativo che deve espletare necessariamente per terra altrimenti va via, si sdraia circondata da fogli e colori e altro materiale creativo che viene continuamente prelevato dall'altra sorella, che, per non essere da meno, comincia a colorare tutto quello che le viene a tiro e a tagliare con le forbici (la sua recente passione), ogni singolo foglietto alla sua portata (NdR: In realtà le figlie si limitano a due, ma la percezione delle cose non sempre corrisponde alla realtà).
Come un Sisifo moderno mi ritrovo a fare sempre le stesse cose, a ripetere gli stessi gesti, a predicare (inascoltata) le stesse parole, le stesse richieste di collaborazione da parte del resto della famiglia, fino alla disperazione e all'abbandono. Sì, perchè a volte la frustrazione è tale che getto la spugna, e cerco di convincermi che non importa se la casa sia pulita a o meno, che chi mi conosce sa che non amo le visite inaspettate e che le uniche persone che visitano casa mia senza preavviso sono le amiche di H., che, alla fine non ci fanno tanto caso, sia perchè le loro case sono altrettanto disordinate, sia perchè non hanno ancora, a 8 anni, sviluppato quel senso critico delle case degli altri e dell'altrui ordine e pulizia che sarà una piaga della loro esistenza da adulte.
E io, che adulta sono già da un pezzo, e che invidio le case delle riviste di arredamento, che pur avendo l'aria vissuta sono comunque in ordine, vivo in una frustrazione quotidiana e perenne, oscillando tra slanci di autoclemenza (ma in fondo, chissenefrega se la casa non è in ordine) e gridi di angoscia (macchè disordine creativo, questa casa sta cominciando ad assomigliare a una discarcaaaaa! Il mio cervello non può tollerare tutto questo chaos! Bastaaaa!).
Ne verrò mai fuori? Ovviamente no. Giustappunto, mi accingo a rotolare il mio masso in cima al monte...

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