Wednesday 20 May 2009

Storie

Ho letto un libro. Bello. Non una dissertazione sui massimi sistemi. Non un trattato filosofico. Non un saggio dettagliato e curato dal punto di vista nozionistico. Ne' tantomeno un romanzo avvincente e travolgente. Eppure, se vogliamo, un libro che accoglie un po' di tutto cio'.
Si tratta di un libro di storie che hanno come protagonisti gli animali del bosco. Sostanzialmente, racconti che spiegano l'origine fantasiosa e fantastica delle bestie che popolano le valli e le cime innevate. Delle fiabe per bambini e adulti che, nella loro semplicita' trasparente, riscaldano il cuore e rasserenano gli animi.
Ecco una delle storie che mi son piaciute di piu':

Il riccio
All'inizio il riccio era liscio e roseo come un porcellino appena nato. Era anche molto piccolo. Da adulto pareva un pugno chiuso. Di animo buono e dolce, non conosceva malizia alcuna e, a volte, come succede agli uomini, quelle sue belle caratteristiche venivano scambiate per stupidita'. In pratica era un po' lo scemo del villaggio, nel nostro caso del bosco. E, come sovente accade nelle scuole, dove bambini timidi e sensibili vengono maltrattati e malmenati dai bulletti di turno, anche il riccio pagava la sua dolcezza. Ogni volta che qualcuno lo incontrava lo spintonava, lo derideva, gli rubava la merenda, gli dava pacche sulla schiena e, non di rado, anche schiaffi in testa. Il riccio sopportava, cercava amicizia, perdonava. Ma dentro di se' era triste e un poco anche spaventato. Non capiva il motivo di tanta cattiveria. Era successo addirittura che un giorno il barbagianni avesse tentato di beccarlo di brutto per puro divertimento.
Il riccio si salvo' infilandosi sotto a un sasso e si graffio' la schiena. A quel punto il signore intervenne. Ogni volta che qualche maleducato strafottente gli tirava una pacca o peggio uno schiaffo, al riccio spuntavano immediatamente sul corpo aculei pungenti. E il violento di turno riceveva la paga. Ma era fastidioso sentir uscire tante volte gli aculei perche' gli scherzi di mano erano parecchi. Allora il Signore decise di lasciarglieli addosso per sempre. Ora, con quella corazza, il riccio sembra un animale spaventoso ma, se lo guardate da vicino, ha occhi buoni e dolci.


Mauro Corona.
Storie del Bosco Antico.

4 comments:

  1. E' tenerissima la favola del riccio!Voglio anche io questo libro, magari ci trovo fantastiche risposte ai mille "perchè" sulla natura con cui Pietro mi massacra in questo periodo...

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  2. che delicato, lo leggeró !!

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  3. Che carina...
    leggera...
    dolce...
    Guarda.. senza volerlo mi hai raccontato la fiaba della buona notte!
    :-)

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  4. bella questa storia, se passi da me c'è un premio per te, l'ho assegnato a te perchè alla tua bimba piacerà tantissimo un bacio

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