Tuesday 11 May 2010

L'erba del vicino

Mi ritengo una persona abbastanza tollerante, ma c'è un atteggiamento (tipicamente italiano) che tollero davvero a fatica: quello di chi si lamenta sempre di quello che ha, o di quello che non ha, del governo che va a rotoli, del tempo, del lavoro, della scuola, della mancanza di senso civico dei nostri compatrioti, del pressappochismo e della corruzione nel nostro paese, del menefreghismo, della sciatteria delle nostre città, di tutto quello che a noi manca e che, guarda caso, invece negli altri Paesi abbonda. Lì sì che vivono bene (dove "lì" sta per l'Inghilterra, la Finlandia, il Sud Africa, l'Australia, persino il Burkina Faso purchè non sia l'Italia).

Ebbene ho una confessione da fare: questa tendenza - che tanto mi da noia - a considerare l'erba del vicino più verde della nostra ce l'ho anch'io. Solo che di solito tendo a reprimerla perchè mi rendo conto che l'atteggiamento lamentoso è veramente irritante e assolutamente inutile (per quanto spesse volte sia giustificato). Non serve a niente lagnarsi delle cose che non vanno, meglio sarebbe tentare, nel proprio piccolo di farle andare meglio e cercare di vedere quello che di positivo ci circonda (anche perchè non sempre altrove sono tutte rose e fiori).
C'è però un momento specifico in cui questa tendenza, per quanto mi sforzi, non riesco a contrastarla: quando torno da un viaggio. E' allora che lo squallore e la sciatteria del posto in cui vivo fanno risaltare per contrasto la bellezza del luogo da cui sono appena tornata e per quanto mi sforzi non riesco a trovare il positivo, la buona ragione che mi ha fatto scegliere di vivere lì e non altrove.
E' allora che devo tapparmi la bocca per non urlare tutto il mio sdegno per lo stato pietoso delle infrastrutture, la sporcizia per le strade, i graffiti perenni, le case esteticamente brutte, l'incuria degli spazi pubblici, la volgarità e il comportamento discutibile di alcuni abitanti e via dicendo. E paradossalmente non vivo in un paesino dimenticato da Dio e dagli uomini, bensì in quella che è considerata una delle città più belle del mondo (e non mi si venga a dire che c'è una gran differenza tra il centro e le periferie, perchè io sinceramente qui a Roma non la vedo).

Quando ritorno da un periodo trascorso fuori, scrivo mentalmente i miei cahiers de doléances: perchè devo camminare con gli occhi inchiodati al marciapiede per evitare di beccare l'ennesima cacca di cane sotto la scarpa? perchè devo subire la bruttezza di migliaia di graffiti su ogni muro della città o la presenza di stratificazioni di manifesti elettorali anche su muri in cui sarebbe proibito affiggerli? perchè devo fare giri impossibili per poter attraversare la strada visto che ci sono sempre macchine posteggiate sulle striscie a impedirmi il passaggio? perchè devo rischiare la vita quando attraverso la strada sulle striscie pedonali? perchè centinaia di clackson disturbano il corso dei miei pensieri? perchè la gente per strada urla invece di parlare? perchè i cassonetti sono sempre strabordanti di rifiuti? perchè le strade sembrano un enorme gruviera tanto sono piene di buche? perchè devo vivere circondata dal cemento e i pochi spazi verdi sono completamente trascurati?
A volte ho la sensazione che ci siamo talmente assuefatti alla bruttura da aver proprio perso il senso della bellezza. Ed è quando lasciamo, anche per un breve periodo, i luoghi che ci sono familiari e ci confrontiamo con un modo diverso di vivere e una gestione diversa del bene pubblico ci rendiamo conto che quello in cui viviamo non è il migliore dei mondi possibili e dentro di noi monta l'indignazione.

Ecco, ci sono caduta anch'io. Confesso: sono anch'io la solita italiana che si lamenta di tutto. Ma che volete farci? Sono appena ritornata da un viaggio.

Un autobus incastrato (sic!) al marciapiede blocca la strada per più di due ore per aver eseguito una manovra azzardata causata dalla macchina bianca parcheggiata (come tutte le altre) in divieto di sosta.

8 comments:

  1. Ciao cara,
    sto mangiando pranzo al computer (abitudine terribile) e pensavo, mentre mi stavo avvicinando alla postazione, che volevo proprio scrivere una cosa del genere sul mio status di Fb, perché mi innervosisce molto sentire sempre la gente lamentarsi, fare considerazioni trite e ritrite sulla tristezza del proprio territorio, non trovare mai nulla di buono da lodare, ecc.
    Poi approdo qui, come una calamita, chi lo sa, e leggo il tuo bel post. Mi soffermo ad ogni riga a pensare a quanto hai ragione, a quanto i tuoi pensieri, alla fine, rispecchino i miei, a come mi trovi spesso anch'io a fare le stesse considerazioni. Io torno poco da viaggi, e in genere non vado molto lontano da qui, ma in effetti non è così difficile lamentarsi, purtroppo.
    C'è di buono, però, che qualcosa noi lo possiamo cambiare. Insegno a Luna a raccogliere le cartacce per terra, sotto occhi atterriti di altre mamme che mai si sognerebbero di toccare cartacce buttate da altri (o dai loro stessi figli, chissà), le spiego la differenza tra perdere tempo a cercare un buon parcheggio e l'immediatezza di un parcheggio sbagliato che disturba altre persone, e alla fine è lei stessa a dirmi: "sai mamma, ieri sul muro c'era scritta una brutta parolaccia. Sono proprio dei maleducati, eh?"
    Così qualche soddisfazione mi torna indietro, e posso parlare di cose belle, buttando i lamenti di lato.

    E se c'è una cosa che davvero non posso tollerare è: perderti di vista.
    Ciao,
    Rossana

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  2. Condivido, condivido, condivido!!!!

    Ormai le città sono diventate un luogo assolutamente alienante per viverci, bel lontane dalle esigenze dei suoi abitanti.
    Contenitori, null'altro. Alcune bei contenitori, storiche, monumentali, ma pur sempre contenitori.

    DaniVS

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  3. Roxanine, ma che bella sorpresa! Lo sai che leggere il tuo blog mi manca tantissimo? Ci pensavo proprio in questi giorni..

    Dani, io penso che prima o poi ci decideremo a mollare tutto e a trasferirci su un poggio verde come il tuo..

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  4. anche a me fa quell'effetto quando torno da un viaggio all'estero chissà...
    e grazie per la tua partecipazione al mio giveaway
    Cris

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  5. Non posso che darti ragione. Anche a me capita di lamentarmi, fin troppo spesso. Tu sei veramente giustificata! Anche a me è capitato di tornare da qualche Paese estero e rimanere stupita dalla pulizia, puntualità. Immagino che cose poco belle ci siano anche in quei Paesi ...

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  6. alcune cose che scrivi di Roma, le ritrovo anche qui, in Perú, con la differenza che qui non si lamentano, fa parte dello stile di vita e quando io dico qualcosa, da brava italiana lamentosa come dici tu hahahaha, mi dicono che é sempre stato cosí....la ineluttabilitá che poi lo stesso blocca il cambio.....peró anche in mezzo a tutta un'altra visione del mondo, non dobbiamo rinunciare a trasformare lo spazio intorno a noi che possiamo trasformare, anche solo con una cartaccia racolta, come diceva Rossana.

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  7. alcune cose che scrivi di Roma, le ritrovo anche qui, in Perú, con la differenza che qui non si lamentano, fa parte dello stile di vita e quando io dico qualcosa, da brava italiana lamentosa come dici tu hahahaha, mi dicono che é sempre stato cosí....la ineluttabilitá che poi lo stesso blocca il cambio.....peró anche in mezzo a tutta un'altra visione del mondo, non dobbiamo rinunciare a trasformare lo spazio intorno a noi che possiamo trasformare, anche solo con una cartaccia racolta, come diceva Rossana.

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  8. Cara Laura... certe volte non lamentarmi mi viene davvero difficile. La mia rabbia nel vedere certe cose monta soprattutto quando penso al tempo (poco) che credo serva per tenere bene le cose, l'ambiente e a comportarci civilmente.
    L.

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