Friday 23 July 2010

Tender is the night

Ogni volta che arriva l'estate mi sento un po' come una variante del traghettatore del noto indovinello della capra, i cavoli e il lupo. Con figlia e adorato consorte dislocati in due diversi luoghi della penisola devo fare un po' su e giù per stare con l'una senza trascurare l'altro, fino al nostro completo ricongiungimento.
Ho già trascorso 15 giorni giù in Calabria, dove ho potuto godermi il mare e il clima che, checchè se ne dica, è caratterizzato da un caldo mediamente sopportabile (nulla a che vedere con l'umidità sfiancante di Roma). Adesso sono tornata nella capitale a sbrigare qualche faccenda, nell'attesa che l'adorato consorte possa finalmente prender le meritatissime ferie e possa raggiungere la punta dello stivale, luogo in cui si dedicherà all'antichissima arte del dolce far niente.
Ogni volta che mi trovo a Roma nel pieno dell'estate mi viene da pensare che se c'è una città poco adatta a questa stagione è proprio la capitale. Tra i palazzi e le coltri di cemento non passa un alito di vento, lo smog diventa più intenso e si attacca sulla pelle, mescolato al sudore e ai deodoranti produce odori pestilenziali, la gente si muove per le vie a passi da bradipo, boccheggiando con quello sguardo tra il rassegnato e l'ingrugnito che di solito la caratterizza ma che col caldo impossibile diventa più intenso che mai ("ma perchè mi trovo qui quando potrei essere alle Bahamas?"), ci si rifugia nei negozi e nei centri commerciali per avere un po' di sollievo dall'afa e, quando se ne esce, ci si ritrova con bronchiti da paura provocato da quella che è diventata ormai la piaga sociale del genere umano-urbano: lo sbalzo di temperatura.
Chi è appena tornato dalle ferie maledice il momento in cui ha deciso di prenderle in luglio, chi deve ancora andarci, cerca eroicamente di resistere ripetendosi continuamente il mantra "manca poco, manca poco" anche se i giorni che lo separano dal giorno X non sono affatto pochi, con i tg, poi, che - infierendo - non fanno che ripetere che la colonnina di mercurio salirà ancora (e ancora e ancora). Chi non è obbligato a uscire, o che non è tanto masochista da farlo nonostante non sia obbligato, si barrica in casa: tapparelle abbassate, A/C o ventilatori a palla, impegnato nella ricerca di tutti i possibili accorgimenti per evitare che anche la più piccola porzione di calore esterno possa raggiungere l'interno della sua abitazione.

Solo dopo il tramonto, avviene una inaspettata metamorfosi: la gente, prima timidamente, poi più prepotentemente, comincia ad uscire di casa. Il volto è trasfigurato: la maggior parte di loro ha perso il grugno, e ha cominciato ad assumere un'espressione più rilassata, sollevata, quasi allegra. Il caldo comincia a dare un po' di tregua e si può ricominciare a vivere: passeggiate a piedi o in bicicletta, cene all'aperto, incontri con gli amici. Persino il mio quartiere, che di solito nelle ore notturne sembra quasi disabitato, ieri, di ritorno da una cena ad Ariccia (popolatissima come tutti le località dei Castelli), mi si è mostrato pieno di vita: la piazza davanti casa era straordinariamente piena di gente che chiaccherava e passeggiava, bambini che giocavano a palla o andavano in bicicletta, nonostante fosse passata la mezzanotte.
La Roma che durante il giorno presenta paesaggi apocalittici, durante la sera e la notte torna ad essere una città normale, bella, accogliente, in stile "dolcevita".

A chi avesse malauguratamente deciso di visitare la capitale in Luglio o Agosto consiglio di prendere esempio da quei neonati che scambiano il giorno con la notte: dormire quando si dovrebbe star svegli e viceversa. Perchè a Roma, in estate, tenera è la notte (e infernale il giorno).

1 comment:

  1. Mio marito, romano estirpato per amor mio, mi ha sempre decantato il clima di Roma, grazie al famoso ponentino che rende vivibile anche l'estate più torrida.
    Bene, ci siamo trovati un paio di volte in visita in Luglio dai miei cognati, a macerare nel brodo tiepido delle nostre enormi sudate, in temperature africane, umidità al 110% e di brezze nemmeno l'ombra.
    Ed ogni volta gli rammento, satanica: "Il ponentino, eh!!" :)

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