La latitanza

Latito. Eccome se latito. Latito dal blog così come dalla vita attiva. Mi cullo nella più totale pigrizia. Ormai i post incompleti nella casella delle bozze si possono contare sulle dita di più di sei mani. Ma niente: non mi decido a concludere e a pubblicare.

A mia discolpa potrei dire che finora sono stata giù a sud del sud (leggi: in Calabria), in un villaggio dimenticato da Dio e dalla connessione a internet stabile. Quei brevi sprazzi di connessione che vengono concessi a noi poveri internauti servono giusto per sbrigare un po' di lavoro (e neanche, visto che puntualmente, quando mi tocca fare un lavoro urgente, non c'è linea!). E poi sono stata nel Paese dei Cedri, una vacanza-tour de force che non mi ha lasciato neanche un attimo libero.

Ma a parte la connessione, e il viaggio superbusy, è la voglia di scrivere che manca, è la mancanza di idee, di spunti, è la pigrizia, l'inedia che mi prende ogni volta che inizio anche solo a pensare di fare qualcosa che richieda un impegno intellettuale anche minimo. Il caldo, si dirà, ma non solo. E' che io la pigrizia ce l'ho nel dna. Il fatto di nascere a sud dello stivale vorrà pur dire qualcosa.. (io alla teoria dei climi ci ho sempre creduto).

Così mi crogiolo nell'inattività, nei vorrei-ma-son stanca: accidenti come sono staaaanca!

Ma adesso che sono di ritorno dal Libano e che ho tante foto e tante cose da raccontare, devo assolutamente mettermi in moto e uscire dalla latitanza (almeno quella virtuale).

Anche perchè tra pochi giorni tornerò nel no-connection village e potrò rispolverare la scusa di internet... Nooooo.