Monday, 1 August 2011

Ritorno in Libano

"E voi quando partite?"


Questa è la domanda che puntualmente ci viene posta a estate non ancora iniziata dai nostri amici libanesi a Roma. Danno per scontato che anche noi, come tutti loro, trascorriamo le vacanze in Libano.

Noi rispondiamo di solito che no, in Libano in estate preferiamo non andarci. Perchè i biglietti aerei costano cifre improponibili. Perchè in estate laggiù fa davvero troppo caldo. Perchè impegni di lavoro ci trattengono a Roma.

Anche quest'anno avevamo deciso di rimanercene in Italia e rimandare la presentazione alla parte libanese della famiglia della nuova arrivata all'autunno. Ma inaspettatamente il mio adorato consorte se ne esce con: "Ho trovato una tariffa aerea accettabile dal 16 al 24, cosa ne pensi? Se ci andassimo?"

Ovviamente ho risposto di sì, anche perchè la nostra presenza era fortemente richiesta per festeggiare teta Alice, la nonna di mia suocera che quest'anno ha compiuto la bellezza di 100 anni e che desiderava incontrare la bis-bisnipotina, unico membro della famiglia che porta il suo nome.



Eccoci quindi partiti, questa volta accompagnati da una amica/collega del mio adorato consorte, in visita in Libano per la prima volta.




La mia ultima visita risaliva a quasi due anni fa, e devo dire di aver trovato un Paese ancora più roboante, gaudente e appariscente di come me lo ricordassi. Molti palazzi sono stati rimessi a nuovo, i grattaceli si sono moltiplicati, così come i cartelloni pubblicitari che fanno sembrare Beirut una enorme Las Vegas mediorientale.






Ho notato che i taxi collettivi stravecchi sono stati sostituiti da automobili più moderne, le macchine private sono sempre più lussuose e enormi. Una sera, dopo una cena al ristorante di Edde Sands (lussuosissimo villaggio vicino al mare) ho quasi avuto uno shock nel notare la fila di x5 dei nostri amici e compagni di serata (la nostra utilitaria presa a noleggio chiudeva timidamente la fila). Tanto che mi è venuto spontaneo di dire: "Le vostre auto sembrano la custodia della nostra Aygo" (la nostra macchina romana). In giro si vedono modelli di automobili mai visti in Italia.


Questo viaggio mi ha fatto confermare le impressioni che ho avuto nelle mie visite precedenti. Beirut è una città che vive nelle apparenze, nel mostrarsi, nell'atteggiarsi. Anche le famiglie più modeste posseggono un'auto di grossa cilindrata, anche se sono costrette a pagare anni di cambiali per averle. Il lusso viene messo in evidenza anche dalle donne, che vestono in modo appariscente (minigonna e tacco 12) anche per andare al supermercato. La chirurgia estetica è diffusissima, e la cura del corpo è maniacale: non c'è donna che non sembri appena uscita dal parrucchiere o manicure.

Il suk di centre-ville fa impallidire i negozi di via Montenapoleone o via Condotti.

La periferia della città è, come tutte le periferie del mondo, quella che testimonia il passato recente: è il luogo in cui si nota la povertà, le difficoltà di vita, le tracce della guerra, il senso di precarietà. Le case incompiute, i palazzi con ancora i buchi dei proiettili, le strade senza marciapiede, i tralicci della luce penzolanti da tutti i pali, l'elettricità presente solo in alcune ore della giornata (in realtà è così in tutte le case, perchè il governo non fornisce l'energia 24/24: quando ma fi kàraba - non c'è corrente - molti utilizzano un generatore privato, ma non tutti possono permetterselo).


Ho sempre pensato al Libano come il Paese dei contrasti stridenti, degli eccessi, in positivo come in negativo. Visitandolo per la prima volta si ha l'impressione che non esista una classe media: o si è ricchi ricchi ricchi o poveri poveri poveri. In realtà, dopo esserci stata più volte mi sono resa conto del fatto che una fascia intermedia di popolazione esiste, ma questa, nel 99% dei casi, ostenta una ricchezza (apparente) come e spesso più dei veri ricchi.


E' il Paese del divertimento, il Libano. In estate più che mai. Giorno e notte sono uguali, c'è sempre gente in giro, sulle strade, nei locali. Gente che chiacchiera, balla, fuma (non ci sono le restrizioni che ci sono da noi).















E' un Paese in cui le brutture sono compensate da bellezze naturali da togliere il fiato: il mare, la montagna, le sue rocce, i suoi cedri millenari, hanno una bellezza e un fascino incomparabile.





Quest'anno per la prima volta ho visto le grotte di Jaita (candidata a far parte delle nuove 7 meraviglie del mondo) e sono rimasta incantata. Stessa reazione l'ho avuta per la valle di Annubine e per Bsharre e il suo museo/casa di Gibran che desideravo visitare da tanto tempo.

E' un Paese complesso, il Libano, multiforme, sfaccettato. Non è facile capirlo fino in fondo, e ho sempre pensato che viverci in pianta stabile alla lunga stanchi. Ma pur con tutti i suoi difetti, è un Paese che si fa amare.


C'è una canzone di Fairuz (la cantante libanese più famosa e apprezzata nel mondo), Bhibbak Ya Lubnan, che recita: "Ti amo, Libano, Paese mio... Non posso fare a meno di amarti, anche nella tua pazzia ti amo, perchè il tuo amore ci rende uniti quando siamo dispersi e un granello del tuo terreno vale quanti i tesori del mondo".


E' così.



8 comments:

  1. Ti ringrazio, in certi paesi si ha sempre paura di chissàcosa, e che non abbiano nulla da mostrare.

    Che tristezza la ricchezza ostentata, del resto tutte le popolazioni ci passano....poi di solito si calmano

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  2. Che bello!! Auguri alla bis-nonna e a presto. Baci

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  3. grazie per il lungo report, perchè per esempio per me il medio-oriente è un gran punto di domanda, non ci sono mai stata, solo in Egitto una volta per lavoro e non ne ho un buon ricordo malgrado sia stata attenta a rispettare le usanze locali. Evviva le famiglie multi-etniche come le nostre !!!

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  4. si, viverci stanca. lo confermo. ti fa arrabbiare, e tanto. ma poi gli perdoni tutto al libano. e ai libanesi. quando ti sorprende, quando ti sorride, quando ti regala quei tramonti.
    e ogni tanto torni in italia per un paio di settimane, ma non vedi l'ora di rientrare, perche' ormai questa e' casa tua. e loro saranno pure pieni di problemi e incasinati e votati all'apparenza, ma sono bravi a farti sentire a casa!
    auguroni alla bisnonna!

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  5. Che bel reportage! Davvero interessanti questi contrasti, sarebbe bello poterci andare. Bentornata!

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  6. "anche nella tua pazzia ti amo", che bella frase!
    e che splendide foto, grazie di condividere con noi.

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  7. Dovrei fare più attenzione alle pubblicazioni dei miei contatti.
    Questa perla me l'ero persa.
    Ora, affamata di confronto con persone che abbiano vissuto come me la diversità nella vita di coppia, me lo sono andata a ripescare.
    ma che bella che dev'essere Beirut!
    Capisco anche che quella del Libano dev'essere una realtà lontana anni luce da quella libica, assai più moderna e aperta, o almeno è ciò che appare.
    Complimenti: le tue foto sono splendide e tu! sei bellissima! Che viso dolcissimo!

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  8. Ah, dimenticavo: questa è una canzone dedicata a Beirut, e loro sono un gruppo che amo molto, li conosci? (il cantante per la verità è palestinese, anche se è nato a Tripoli in Libano, dove la famiglia era rifugiata)

    http://www.youtube.com/watch?v=qj1EP3KfmJQ

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