Il Libano e' uno di quelle nazioni per cui e' facile, con quel poco che se ne sa in Italia, farsi un'idea generale non totalmente rispondente a realta'.
Quando ho visitato il Libano per la prima volta ho volutamente cercato di sospendere il giudizio per godere al meglio della scoperta di questi luoghi e delle persone che ci vivono. Ciò significa che ho dovuto mettere da parte proprio gli stereotipi che sono generalmente associati a questo Paese. L'ho fatto, facilemente e volentieri, perchè il mio rapporto col Libano non è prettamente turistico ma di tipo affettivo (perche'e' il Paese di mio marito, e quello in cui vive gran parte della sua famiglia), vagamente "familiare" (perchè assomiglia molto al sud d'Italia, dal quale provengo), e di grande curiosità e interesse (perchè solitamente mi interessa e incuriosisce tutto quello che non appartiene alla mia cultura).
la guerra, il mondo arabo, l'Islam, il caos.
Di questi stereotipi, mi sento di sottoscrivere pienamente solo l'ultimo. Sugli altri, bisogna fare dei distinguo.
La guerra è, nella vita dei libanesi, come una musica di sottofondo cui si è ormai abituati: abbastanza lontana perchè non disturbi troppo, ma pur sempre presente. E speriamo che nessuno decida di alzare il volume, perchè sarebbe un bel guaio..
Si ha l'impressione che ogni occasione sia buona per festeggiare, e chi non puo' permettersi di farlo fuori, lo fa a casa, in piccolo.
Il Libano è un Paese multiculturale e multireligioso. Le confessioni religiose presenti sono tante e tali che e' difficile ricordarle tutte: ufficialmente conta quasi il 70% di musulmani (mentre prima della guerra la maggioranza era cristiana) che si dividono in sunniti, sciiti, ismaeliti e drusi (che non sono propriamente musulmani, ma si avvicinano molto..) il resto sono maroniti, ortodossi, melchiti, armeni, siriaci-ortodossi, siriaco-cattolici, copti, assiri, caldei, cattolici di rito latino etc.
A ogni passo si trova una chiesa di rito diverso. Un tale melting pot di religioni e culture diverse che è praticamente impossibile che non vi sia un tipo di osmosi tra di essi, ed è comprensibile che i libanesi preferiscano rivendicare le proprie origini fenicie e la loro appartenenza alla grande cultura mediterranea. Considerano sè stessi come i più occidentali dei popoli mediorientali e lo sono sia geograficamente che fattivamente.
La cosa che invidio molto a questo Paese è proprio l'apertura nei confronti degli altri Paesi che, se da un lato gli ha permesso, haimè, di essere invasa e occupata da tanti popoli vicini, gli ha anche dato la possibilità di arricchirsi culturalmente parlando. La lingua parlata (il dialetto libanese) ne è una testimonianza, essendo un dialetto arabo che accoglie un'altissima percentuale di prestiti linguistici, soprattutto francesi e inglesi (una frase tipo è: "Hi, kifak? ça va?).
Un'altra cosa molto invidiabile è la capacità di parlare più lingue già dalla più tenera infanzia: in Libano è raro incontrare qualcuno che non che non sia almeno bilingue, fino ad arrivare ai casi in cui di lingue se ne parlano cinque (vedi mio marito) o la figlia cinquenne di una nostra amica (Libanese ma nata in Ecuador), che parla correntemente 4 lingue!
Il Libano è un Paese in cui si può trovare il bello e il brutto. Un Paese inquinatissimo (e non solo per le conseguenze della guerra) ma che ospita alcune tra le più belle meraviglie naturali del mondo. Un Paese in cui, è visibile, la povertà affligge una parte considerevole della popolazione, ma in cui si tende anche ad ostentare una ricchezza esagerata. Un Paese votato alla spiritualità e al misticismo, così come alla venalità e all'interesse. Il Paese della fede incrollabile e della superstizione.
Il Paese della luce e del buio.
E' un Paese che si può amare o odiare. Sicuramente non si può restarne indifferenti.
E' un Paese che si può amare o odiare. Sicuramente non si può restarne indifferenti.
Oh, grazie per le foto e il riassunto - molto interessante!
ReplyDeleteGrazie per questo racconto del Libano "dal di dentro",molto interessante! :)
ReplyDeleteun abbraccio Daniela
Ciao, bentornati!! In effetti deve essere stupendo poter conoscere e sperimentare in prima persona posti così belli e contraddittori. Spero che continuerai a raccontarci di questa vostra esperienza, di com'è stato per H. che seppur non è la prima volta è come se lo fosse vista la tenera età che le regala l'opportunità di vedere le cose sempre con occhi nuovi. Un grande abbraccio.
ReplyDeleteGrazie per la voglia di renderci partecipi di quest'esperienza.
ReplyDeleteDa buona sociologa sono curiosa della vita familiare in Libano e di come vive tua figlia il confronto fra le due culture.
A presto.
trovo incredibile come noi stranieri cogliamo tutti le stesse impressioni da questo paese che ci strega. un paese che riesce a farsi odiare quando ci sei e a farsi desiderare quando ne sei fuori.
ReplyDeleteSto leggendo a ritroso tutto il tuo blog. Complimenti, è molto interessante.
ReplyDeleteAnche scopro di essere profondamente ignorante riguardo la realtà di questo meraviglioso Paese, che in qualche modo ti appartiene.
ReplyDeleteE quando tu dici che il Libano si può odiare o amare, io da come ne parli mi sento già di amarlo! che meraviglioso inguacchio di culture che dev'essere! Che straordinaria e poetica rivendicazione quella delle proprie origini fenicie! (sarebbe un po' come se noi in Italia ci definissimo etruschi!!!)
Araba fenice, è proprio il caso di dirlo...