Conosco e apprezzo il significato del Carnevale, espressione del mondo al contrario, il rovesciamento dell'ordine, il concetto che per un breve periodo ognuno possa essere esattamente quello che non è, da qui il travestimento, lo scherzo, la dissolutezza che precede la quaresima (carnem levare).
Dei miei Carnevali di bambina ricordo l'attesa della festa, la lunga e impegnativa preparazione degli abiti, sempre rigorosamente fatti a mano grazie a una prozia, sarta di professione, che, con la sua precisione certosina, aiutava mia madre a realizzare autentici capolavori, sempre originalissimi. Ricordo l'impazienza che io e mio fratello avevamo di indossare quei costumi e trasformarci in personaggi completamente diversi da noi. Ricordo l'immancabile pioggia e il freddo che costringevano a intabarrarsi nei cappotti e lo sforzo di individuare le mascherine che si incontravano per strada sotto strati di protezione. Ricordo le maledizioni verso il tempo balordo che raramente concedeva la possibilità di sfilare e vivere la festa all'esterno. Nè più nè meno di quanto succede ancora oggi.
So che questa festa ha senso adesso, perchè è il periodo che segna il passaggio da inverno e primavera, e invita a liberare i freni inibitori prima del rigore quaresimale. Ma come sarebbe bello viverlo in un altro periodo, in cui il tempo metereologico ci assiste...
Anche noi, reduci dalla nostra trasferta viennese, abbiamo dato il nostro piccolo contributo alla festa (piccolo, perchè siamo tornati in Italia che il martedì grasso, nel pomeriggio), sfoggiando mascherine homemade, e uscendo per strada quel tanto da consentirci, al rientro, di immettere in casa, una discreta quantità di coriandoli clandestini, che faranno capolino in continuazione in ogni angolo della casa, più o meno fino a Pasqua.
che bellissime bambine..... un bacio alla coccinella e alla sorella della coccinella
ReplyDeletesono stata lì fino a luglio dello scorso anno :)
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