Tuesday, 28 February 2012

Vienna

Il nostro viaggio a Vienna, come al solito all'insegna della "toccata e fuga", non è nato sotto una buona stella. Già qualche giorno prima abbiamo rischiato di doverlo cancellare causa febbre della figlia piccola e solite beghe lavorative dell'adorato consorte. Nonostante ciò siamo riusciti a partire, ma evidentemente la nuvoletta nera ha deciso di continuare ad aleggiare sulle nostre teste, visto che una volta arrivati a destinazione abbiamo trovato un tempo così bigio e triste da ridurci l'umore sotto le scarpe e abbiamo avuto l'amara sorpresa della perdita delle valigie (per una volta che avevamo deciso di spedire il bagaglio!!). Conseguenze: perdita di tempo in aeroporto nell'attesa e nella denuncia, la ricerca spasmodica di un negozio aperto dove comprare i pannolini (trovato fortunatamente dentro la stazione, visto che - come in Svizzera - in Austria i negozi chiudono prestissimo e rimangono chiusi di domenica), il dover girare per le strade di una Vienna fredda e piovosa arrangiandoci con quel poco che avevamo a disposizione (visto che avevo stupidamente lasciato, sciarpe e cappelli, ombrelli e protezione per il passeggino in valigia).
Ciò considerato, devo ammettere di non aver avuto, di primo acchito, giudizi positivi per questa città, che mi è sembrata grigia e triste e meno architettonicamente entusiasmante di come me l'aspettassi. Fortunatamente il giudizio è cambiato nell'ultimo giorno e mezzo di permanenza, in cui non solo siamo tornati in possesso delle nostre cose, ma abbiamo avuto un tempo più gradevole che ci ha permesso finalmente di visitare tranquillamente la città e di apprezzarla, a dimostrazione del fatto che l'umore con cui si affronta un viaggio è fondamentale per permettere a chi viaggia di formulare giudizi positivi su ciò che visita.





Cattedrale di S.Stefano


Albertina



U-bahn





Parlamento


Municipio



Belvedere


Vista mozzafiato dal Donauturm, torre sul Danubio alta 252 m., che ospita in cima un caratteristico ristorante girevole. 

Tutto è bene ciò che finisce bene. Ma è bene per il futuro che tenga a mente un paio di regolette sul viaggio (e non solo).
Regola n° 1:  mai affrontare un viaggio - per quanto breve possa essere - quando si è troppo stanchi o stressati.

Regola n° 2: dare sempre, fino all'ultimo, una chance alla città che si visita.

Postilla: la percezione che abbiamo di un luogo che visitiamo per la prima volta è sempre influenzato da come siamo in quel momento, quindi sarebbe bene, al fine di meglio affrontare il viaggio e la vita, avere quella che Coleridge chiamava, in altri ambiti, "suspension of disbelief" (sospensione dell'incredulità e del giudizio) che consente di vedere le cose senza pregiudizi e inutili accumuli mentali.
E ricordarsi che alla fine tutte le esperienze arricchiscono, in un modo o nell'altro.


4 comments:

  1. beh, effettivamente le prime foto sono un pò grigie, immagino come dovesse essere il tempo.... sulla percezione che si hanno dei luoghi, hai super ragione, in quanto qui noi stiamo percependo tutto dal punto di vista degli sforzi enormi per lavorare bene e quindi naturale che non è il posto dove ci piacerebbe pensare di passare tutta una vita

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  2. Come tu stessa dici: tutto è bene ciò che finisce bene!!! Un bacio

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  3. Vienna mi attira moltissimo!
    Sì, quando si è troppo stanchi non si riesce ad apprezzare i luoghi!

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  4. Il tempo (mi) condiziona parecchio. L'ho definitivamente capito vivendo qua.
    Hai ragione, uno potrebbe pensare che un viaggio quando si è stanchi sia un toccasana per staccare...ed invece in quei casi è meglio starsene tranquilli.

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