Monday 14 May 2012

Se l'arcivescovo di Costantinopoli...

384. E' il numero di foto che documentano il nostro viaggio a Istanbul. 
E dire che ci siamo contenuti. 
E dire che abbiamo iniziato a scattarle quando già avevamo messo piede su terra turca già da qualche ora, visto che io avevo dimenticato la scheda sd a casa e abbiamo dovuto comprarne una nuova. 
E dire che a un certo punto si è scaricata la batteria e abbiamo dovuto aspettare l'ora di pranzo per chiedere ai camerieri  del ristorante scelto per mangiare la cortesia di farcela ricaricare.
E come si fa a scegliere tra 384 foto (senza contare quelle fatte col cellulare)?
Come si fa a decidere quali tra le 384 foto in questione sono più rappresentative di una città grande, poliedrica e interessante come Istanbul? 
Ci provo, ma non garantisco che riuscirò a selezionare come si deve.


L'imponente Moschea Blu (aka Moschea del sultano Ahmet, ma universalmente conosciuta come "blu" per il colore delle sue splendide ceramiche).




Le vedute della stessa, da una piazza di Sultanahmet (il quartiere in cui soggiornavamo, centralissimo, il che ci ha permesso di visitare tanto a piedi).



I momenti di relax su deliziose panchine-libro, in attesa del tram.


La traversata del Bosforo, durante la quale si gode di un panorama mozzafiato sulla città, accompagnati dall'immancabile çai (tè nero).















Piazza Taksim.

Il tram "nostalgico" che attraversa tutta Istiklal Caddesi (via dell'Indipendenza) da piazza Taksim al Tunel.


I negozi di kebap (che ci hanno abbondantemente sfamato durante questo viaggio).


I "mescolatori di gelato", professione apparentemente molto impegnativa: considerata la forza e l'energia che mettono nel mantecare il gelato, quest'ultimo dev'essere durissimo!


La torre di Galata (o Pera) a Beyoglu.


Le ceramiche sul pavimento dell'Arasta Bazar.


 L'attrezzo da disegno souvenir di H., unica cosa di cui siamo riusciti a mercanteggiare l'acquisto (contrattare non è nella nostra natura, anche se qui, dicono, se non tiri sul prezzo quasi si offendono).


Le vie della città, con gli onnipresenti taksi gialli, tutti FIAT, ma di un modello mai visto prima.


Il Gran Bazar (notare la felicità di A.)


Le lampade (ah, quanto amo queste lampade, e dire che alla fine non ne ho comprata neanche una!)


Le vetrine delle gioiellerie, con decine e decine di parure da mille e una notte esposte con la nonchalance di un banco di frutta e verdura (mi chiedo: niente ladri a Istanbul?)


E non finisce qui...

7 comments:

  1. che foto meravigliose !!
    le panchine libro non le avevo mai viste e davvero mi entusiasmano !
    così come la foto con le lampade, che sono bellissime e a me avrebbero dovuto legare le mani per impedirmi di comprarle !!!
    ma la cosa più bella sono i vostri occhi gioiosi, che mettono voglia di viaggiare !!

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  2. Ah le lampade!!
    Ne abbiamo riportata una che è stata in terrazzo finchè non abbiamo fatto i lavori, credo che la prossima collocazione sarà il bagno della casa di campagna.

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  3. Lo skyline è spettacolare, attendiamo altre foto!

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  4. splendida istanbul. mi è rimasta nel cuore, ci sono stata due volte e per me è una delle città più belle del mondo.

    io l'ho assaggiato quella specie di gelato. è un po' duro e un po' colloso, ma l'esperienza bisogna farla una volta nella vita!!!!

    ciao!!!

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    1. Lo so, ma io avevo fatto già esperienza di quello Beirutino, che non mi era piaciuto gran che, perchè eccessivamente dolce, e pensavo fosse la stessa cosa.
      Mi è stato detto poi che non è uguale. Beh, vorrà dire che senz'altro lo proverò alla mia prossima visita :P

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  5. Caspita, tutte quelle foto! Ti è proprio piaciuta Istanbul!
    Dove le hai trovate le panchine libro? Non le ho mai viste?

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    1. Quella era nella fermata del tram di Sultanahmet. ma le ho visto, credo, anche altrove... Se non erro sono "aperte" su una pagina del libro di un autore reale. Ma ahimè, non ho approfondito...

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