Tuesday 7 May 2013

Ninfa

Quando ho letto di Ninfa la prima volta sul libro della Dandini (sì, Serena Dandini, e - per quanto strano possa apparire - sì, sui giardini: ne ho già parlato qui), mi è subito apparso strano che, pur abitando a 60 km dal luogo menzionato io non ne avessi mai sentito parlare prima. O forse no, forse ne avevo già sentito parlare, ma vagamente, e di sicuro con toni molto meno entusiastici di quelli della Dandini, tanto che la mia memoria non lo aveva minimamente registrato. Invece leggerne la descrizione fatta in termini così idilliaci ne "Dai diamanti non nasce niente" mi ha fatto venire un'improvvisa voglia di visitarlo. I tempi però, allora, non erano maturi (come si suol dire), quindi ho dovuto attendere un po' prima di portare a compimento il proposito.
Ma quale occasione migliore del mio compleanno per visitare un paradiso terrestre come il giardino di Ninfa?
Siamo arrivati sul posto (che si trova in una frazione di Cisterna di Latina) nonostante la pessima segnaletica, e, dopo aver acquistato diligentemente il nostro biglietto (10€, i bambini al di sotto degli 11 anni non pagano) e aver atteso la guida, siamo partiti per la nostra passeggiata in mezzo al verde.
Il nome, Ninfa, trae origine da un tempietto di epoca romana presente nei pressi del giardino dedicato alle Ninfe Naiadi, divinità delle acque sorgive. In effetti il giardino è attraversato da piccoli corsi d'acqua che non solo danno nutrimento alle sue numerose e ricercatissime piante, ma conferiscono al parco uno scenario suggestivo e quasi fatato.
La ricchezza di specie botaniche del parco si deve soprattutto a Gelasio Caetani (discendente della famiglia Caetani, quella stessa del potentissimo e ambiziosissimo Papa Bonifacio VIII, in possesso di Ninfa già dalla fine del XIII secolo), che nel 1921 avviò un'opera di bonifica del luogo e, grazie alla madre, Ada Wibraham, prima giardiniera del parco, portò alla creazione di un giardino che è stato definito dal New York Times - e non a torto -  il più bello del mondo.
La cura del giardino, con l'impianto di nuove specie provenienti da tutto il mondo (che sorprendentemente hanno trovato in questo luogo il microclima adatto per vivere), è stata poi proseguita diligentemente dalla nuora di Ada, Marguerite Chapin, la cui figlia, Lelia, poi ne seguì le orme, accentuando, da artista quale era, il carattere romantico del parco fino alla sua morte, avvenuta nel 1977. Da allora il giardino è affidato alla soprintendenza della Fondazione Caetani.
Nonostante la giornata dal caldo infernale e l'umidità talmente alta da farci sudare anche da fermi, i nostri occhi hanno potuto godere di uno spettacolo indimenticabile. Le immagini (tra l'altro limitate perchè la batteria della fotocamera ha deciso a un certo punto di lasciarci) non rendono l'idea dell'incanto di quello che dal 2000 è stato proclamato "monumento naturale". Un giardino inglese quindi le cui piante hanno un ordine assolutamente casuale, spontaneo e apparentemente disordinato. Ben 1300 specie distribuite su otto ettari di superficie.
Alcune delle piante sono state illustrate dall'impareggiabile H. qui.






























2 comments:

  1. No!!! Ecco sei riuscita ad andare anche qui!!!
    Sono anni che tento di organizzare questa gita, purtroppo è riuscita ad andare solo la mia grande con la nonna in un'occasione in cui io sono dovuta rimanere a casa con la ormai mezzana con la febbre! Purtroppo abbiamo avuto ed avremo ancora per un pò temo troppa carne al fuoco! Baci!

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  2. Bellissimi i giardini di Ninfa.... Saranno un paio di anni che non ci vado..... Questa e' la stagione ideale per visitarli

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