Tuesday 17 September 2013

Mariage à la Libanaise

Partire o non partire? Questo è il dilemma.
Per giorni, prima della nostra partenza per Beirut, siamo stati lacerati dal dubbio. E' il caso di andare, proprio adesso che Obama (con tempismo perfetto) ha annunciato un suo intervento in Siria? E se poi decidiamo di non andare e non se ne fa nulla (come è successo già in passato)?
E questa volta non si trattava solo del solito viaggio per visitare amici e parenti, ma di partecipare al matrimonio di C., sorella adorata dell'adorato consorte.
Dopo aver battuto il guinness dei primati quanto a telefonate rassicuranti con "i libanesi che vivono in Libano" (il cui contenuto era in sostanza sempre lo stesso: "Venite tranquilli! Ma fi shi, non c'è niente), siamo partiti. Ed è stata la decisione migliore che potessimo prendere. Non ci saremmo mai perdonati l'assenza dal matrimonio della "piccola" di casa, e io non avrei potuto assistere al mio primo "matrimonio alla libanese": evento che assomiglia molto ai matrimoni del nostro sud, ma moltiplicato (almeno) per 10. Fortunatamente (come ci assicuravano tutti dal Libano) la situazione è stata tranquilla durante tutta la nostra permanenza: non c'era nulla che potesse far pensare che a pochi chilometri da lì stesse svolgendosi una guerra sanguinaria. Abbiamo ovviamente preso precauzioni, evitando il centro (solitamente, in questi casi, a rischio di attentati), le città "calde" come Tripoli (anche se vi siamo stati abbastanza vicino, avendo fatto una capatina a Ehden a trovare alcuni amici). Per il resto, la vita si è svolta normalmente, siamo usciti, abbiamo partecipato a un numero sconsiderato di feste, cene e incontri di tutti i tipi e soprattutto abbiamo partecipato agli estenuanti preparativi per il matrimonio. Posso dire che assistere a un matrimonio nella terra dei cedri è un'esperienza fuori dal comune.
Nonostante la mia cognatina abbia deciso di fare le cose il più semplice possibile, la tradizione e le pressioni della famiglia hanno avuto il sopravvento.
In Libano il matrimonio ha la M maiuscola. Sontuoso, sfarzoso, impegnativo. Per giorni, prima della cerimonia si ricevono le visite di amici parenti e vicini di casa e si festeggia danzando, cantando e (manco a dirlo) mangiando. Il giorno del matrimonio la sposa riceve il boom delle visite, che culminano con la visita dei parenti dello sposo che, tradizionalmente, si recano a casa della sposa e con canti, tamburi, danze, zaghareet (acutissime grida di gioia) e doni (nella maggior parte dei casi una parure che la sposa indossa subito) danno il benvenuto alla sposa nella nuova famiglia.



Terminata questa prima tranche di festeggiamenti, la famiglia dello sposo preleva la sposa dalla sua casa per portarla in chiesa (ci si sposa nella parrocchia dello sposo). Gli invitati formano un corteo di macchine che segue la macchina nuziale. Tale corteo può essere molto discreto (come nel nostro caso, dove gli autisti si sono limitati a qualche strombazzamento di clackson) o vistoso (come quello che ho visto in autostrada dove la macchina nuziale era una decappottabile che si muoveva a passo d'uomo e nella quale gli sposi stavano seduti sullo schienale dei sedili posteriori salutando a destra e a manca con lo stereo a palla). 








La cerimonia in chiesa è molto simile alla nostra, se non fosse per il fatto che gli sposi durante il rito indossano delle corone (il rito del matrimonio era quello maronita, di tradizione siro-antiochena).


Subito dopo la cerimonia i novelli sposi si sono recati nel quartiere dello sposo dove hanno ricevuto la loro buona dose di auguri, canti balli, confetti e dolciumi da tutti i vicini di casa che hanno creato un vero e proprio corteo danzante per le vie del villaggio.
Con notevole (e direi, quasi scontato) ritardo gli sposi sono arrivati sul luogo del ricevimento in un tripudio di fuochi d'artificio e sono subito stati coinvolti nel zaffe, il ballo tradizionale nuziale coreografato e musicato da ballerini e musicisti professionisti in abito tradizionale.



La musica e i balli sono continuati per tutta la serata, e la ballerina di casa, A., non poteva esimersi dal partecipare. Dopo gli sposi, la star della serata è stata lei.


Contornati da musica di buon augurio (mabrouk) e dai fuochi d'artificio, gli sposi hanno tagliato la torta con una spada.



Et voilà, il lancio del bouquet che, come avviene in questi casi, è andato alla più improbabile delle aspiranti spose.

Altro momento clou della serata, quando gli amici (maschi) della sposa hanno iniziato a "ravanare" sotto le sue gonne per metterle (o toglierle?) la giarrettiera.


L'esperienza "matrimonio libanese" è stata particolarmente speciale perchè i protagonisti erano i nostri adorati C. e R., cui auguriamo una incommensurabile felicità.
Mabrouk!

10 comments:

  1. Oddio che imbarazzo questa usanza della giarrettiera! :-D

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    1. L'ho visto fare anche a un matrimonio qui in Italia..

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  2. Grazie di essere passata da me, piacere di conoscerti! Adoro i matrimoni...!
    Senti ma quella citazione di Janusz Korczack (a me ignoto) è supermeravigliosa... prima o poi te la prendo in prestito, ovviamente dichiarerò il debito. Adesso corro a documentarmi sulla fonte.
    A presto!

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    1. Il piacere è tutto mio.
      La citazione l'avevo trovata scritta su un libro (ormai non ricordo neppure più quale), e mi aveva conquistata immediatamente. Puoi farne l'uso che credi, visto che, pur condividendola pienamente, non è mia.

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  3. bellissima festa...e tu con quell'abitino nero sarai stata sicuramente la piu' elegante di tutti, da vera italiana, brava, bellissimo!!!!
    chissa' com'e' stato magico per le bambine far da damigelle!

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    1. In realtà, indecisa fino all'ultimo minuto su due abiti (anche perchè quello nero, seppur carino, mi sembrava poco adatto a un matrimonio per il suo colore), alla fine li ho indossati tutti e due, cambiandomi prima del ricevimento (non chiedermi DOVE mi sono cambiata!!)

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