Wednesday 7 January 2015

Ah, le feste

Uno dei periodi, per me, a più alto stress psico-fisico è quello natalizio. Non che abbia qualcosa in contrario nel commemorare la nascita di un bambino che assume un'importanza cruciale nelle vite di tanti di noi, nè tantomeno nella messinscena dell'arrivo di un uomo barbuto e di rosso vestito che dispensa regali a destra e a manca, in un turbinio di luci, Christmas Carols, camini accesi e freddo polare.
Quest'anno poi, il Natale ci ha anche portato la neve quindi il quadretto si è completato.
Quello che non sopporto è la mia parte, nel grande recital natalizio. La partecipazione alle riunioni, ai saggi, agli incontri, alle catechesi pre-natalizie, la ricerca del regalo perfetto (operazione sempre fallita miseramente) unico momento in cui il fatto di avere una famiglia numerosa mi appare un difetto, e poi la decorazione della casa, lo studio del menu delle feste (non sia mai che a Natale si mangi un semplice piatto di pasta al pomodoro e un'insalata), la conseguente abbuffata (non si può non assaggiare ognuna delle 53 portate, dessert escluso).
Per una volta mi piacerebbe festeggiare il Natale come se fosse un giorno qualunque. In famiglia, ma senza corsa al regalo, alla decorazione, alla preparazione del pranzo e/o cena, insomma alla fonte di stress natalizio che mi porta a non godere pressochè nulla della festa e mi lascia puntualmente con una sensazione di "troppo tutto".
Un Natale essenziale, visto che a volte gli orpelli offuscano il reale valore delle cose. Per me quest'anno l'essenziale è stato: riunirmi con la mia famiglia (compresa anche la mamma del mio adorato consorte, giunta al sudditàlia per trascorrere qualche giorno con noi) il ricongiungimento con il cuginato giunto da tutte le parti d'Italia (siamo in 23 - senza calcolare consorti e prole - sparsi per le città più disparate: Cosenza, Roma, Torino, Arezzo, Milano, Saronno, Pisa, Vicenza...), il battesimo del mio supernipotino di cui mi pregio di essere immeritatamente ma orgogliosamente (fata-) madrina, le visite culturali (come quelle al museo della Magna Grecia a rivedere i Bronzi e al parco di Ecolandia, a contemplare le riproduzioni delle macchine di Leonardo e una stampante in 3D in funzione), imparare a fare i giocolieri, l'anarchia delle mie bambine che approfittano della presenza dei cuginetti per fare il pieno di giochi e chiacchiere, mio padre che fa le parole crociate con A. ("Nonno, mi insegni le parole?"), mia madre che gioca con i piccoli ad assopigliatutto, rivedere gli amici e conoscenti che nonostante la distanza e le strade diverse continuano ad essere pietre miliari, l'amore e l'affetto che resistono alla lontananza, alla distrazione, alla superficialità che ormai sembrano regolare ogni ambito della nostra vita.
Sembrano, ma evidentemente e fortunatamente no.












2 comments:

  1. Bel Natale, nonostante la stanchezza dei preparativi comunque no? Mi è piaciuto tanto il concetto della "pietra miliare". In effetti penso sempre che sia difficile costruirsi amicizie solide come chi ti ha conosciuto da bambino/ragazzo e con cui hai condiviso un pezzo così importante della tua vita insieme.
    Buon rientro all'ordinario!

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