Wednesday, 11 November 2015

Assenze

Lo chiamano elaborazione del lutto. Quel processo che comprende una serie di fasi dall'incredulità all'accettazione passando per il dolore straziante. E' trascorso ormai più di un mese e, come si suol dire in questi casi, bisogna andare avanti, passare alla fase successiva, bisogna provare ad attraversare il dolore, compenetrarlo e trasformarlo e trovare la forza di accettare l'inaccettabile.
Perchè ancora oggi mi sembra più che mai inaccettabile che A. mia cugina, una quasi sorella non solo per la vicinanza di età ma per la vicinanza geografica e affettiva, sia stata travolta da un male che l'ha portata via in pochi mesi, lasciando tutti quelli che le volevano bene (tantissimi) nello sgomento e nell'incredulità. Neanche il tempo di capacitarsi di quello che stava succedendo...
Sembra impossibile accettare il fatto che se ne sia andata una delle persone più vive che conosca, una donna brillante, ironica, solare, piena di progetti di desideri di passioni (prima tra tutte quella del teatro) una sempre di corsa e contenta di esserlo, che a me, con la mia apatia cronica, ha sempre fatto un'invidia pazzesca.
Sembra impossibile accettare un'ingiustizia così lampante, così madornale, così assurda. Perchè non era il suo momento, perchè ha lasciato tante cose in sospeso, aveva tante cose da fare, tanta vita da vivere.
Come dimenticare il momento in cui se n'è andata circondata da tutti noi parenti stretti, increduli e sgomenti. "Non voglio, non è giusto", le parole di sua sorella che condensavano l'assurdità di quella morte.
E come ignorare il coro dei ma come, ma se, i rimpianti, i rimorsi i sensi di colpa e di responsabilità più o meno giustificata che questa scomparsa ha provocato in tutti noi.
Mi manca tanto di lei. Mi manca la sua ironia sferzante, il fatto che riuscisse a cogliere sempre di ognuno il lato caricaturale e riuscisse a riprodurlo perfettamente, un'imitatrice nata. Mi manca il suo lato pratico, pragmatico, il suo essere sempre perfettina ma in modo simpatico non pesante per chi perfettina (come la sottoscritta) non è. Mi manca il suo entusiasmo per le cose, i suoi esclamativi, i suoi "bellissimo", "fantastico", "meraviglioso", il suo atteggiamento iperbolico nei confronti della vita.

Vi sono ancora dei momenti in cui l'assenza diventa pesante, difficile da sostenere, e la malinconia prende il sopravvento. Non passa giorno in cui non mi tornino alla mente le cose fatte, i momenti in cui siamo state insieme: ritrovare il biglietto de"Il giovane favoloso", uno degli ultimi film visti in tua compagnia, i nostri raid a Ikea, le conversazioni sui libri, il teatro.. e vi sono attimi in cui il ricordo diventa doloroso, quasi insostenibile.

Mi è duro pensare che tu abbia lasciato questa terra, A., vorrei invece perdermi nella fantasia di saperti in viaggio, in vacanza in una di quelle isole in cui ti piaceva andare, a crogiolarti al sole e a sognare ad occhi chiusi il tuo prossimo spettacolo. Vorrei che quest'immagine, questo pensiero, quest'illusione si fissasse nella mia mente. Mi piacerebbe che l'angolo di paradiso in cui sei finita sia così. Lo vorrei tanto. Spero di riuscirci prima o poi.

A. se n'é andata il 27 Luglio. Ho scritto questo post poco più di un mese dopo. Ho deciso di pubblicarlo adesso, nel momento in cui rileggerlo non mi faceva più piangere. 
Beh, ad esser sinceri un po' mi ha fatto inumidire gli occhi. Ma piangere no. Ed è già qualcosa. 


2 comments:

  1. io penso che tu ti debba tenere stretta quest'ultima immagine. quella di A. in viaggio. perchè è lì che si trova.
    un abbraccio grande grande.
    simo

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  2. mi dispiace enormemente. io sono talmente piena di rabbia dentro per come ingiustamente e velocemente e' mancato mio padre che da ormai un mese e mezzo vivo due dimensioni, una in cui mi dimentico che io sono a houston e lui a casa con mia mamma non c'e' e la vita scorre e l altra in cui ricordo che lui non c'e' e non riesco a pensare ad altro

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