Thursday 29 January 2009

Lessico familiare

Immagino che ogni famiglia utilizzi un lessico più o meno vasto, che viene usato solo ed esclusivamente in ambito familiare, e che comprende neologismi, onomatopee, diminutivi e accrescitivi apparentemente fuori contesto. Insomma ogni famiglia ha un modo di parlare che è caratteristico di quella famiglia lì, e usato in altra situazione sarebbe visto con curiosità e perplessità.
Nella nostra famiglia il principale neologista è mio marito. Alcune parole che inventa sono buffissime, e ormai non possiamo farne a meno, a tal punto che le usiamo anche al di fuori del nostro nucleo familiare, destando perplessità in chi le sente per la prima volta, e un sorriso complice in chi ormai le ha imparate e sa che si tratta di termini insostituibili (alcune ormai vengono utilizzate anche da amici e parenti).

Eccone alcuni esempi:
Neologismi:
Gingolotto (conosciuto anche nella variante cingolotto): che suscita simpatia, amabile, gradevole, carino. Si noterà che questo termine dà il titolo al mio blog.
Cingolottare/gingolottare: scherzare.
Bambociotto: triste, afflitto, abbattuto, che prova o manifesta malinconia.
Caccoloso: brutto, cattivo, schifoso, che suscita avversione o repulsione.
Congolotto: nell'espressione "mannaggia al congolotto", imprecazione soft, unica ammessa in casa nostra, dove le parolacce sono bandite. Non chiedetemi cos'è il congolotto, perchè non ne ho idea.

Poi ci sono i termini derivanti dal dialetto libanese, che sono troppi per citali tutti. Mi limiterò ai più usati in famiglia.
Tastùs: fondoschiena, sederino, culetto, lato B.
Yalla: dài, forza, suvvia, orsù, datti una mossa.
Yahalla: oh Signùr, ma daiiiiii, Santo cielo!!
Fòs: flatulenza, puzzetta
Baussi: baci
Kifik/kifak?: come stai?

Infine ci sono i termini mutuati dalle altre lingue che conosciamo (che, tra me e mio marito, sono un po'). Poichè ci capita spesso di avere amnesie lessicali, per capirci, spesso utilizziamo la parola che non ci viene in mente tradotta in altre lingue (generalmente in inglese o francese).
Degli esempi: "Mi passi il remote?" "Hai cambiato il cheque?" Devo andare in farmacia a comprare le suppositoires (in quest'ultimo esempio l'uso del francese è spesso giustificato dal fatto che non vogliamo che nostra figlia capisca quello di cui stiamo parlando, visto che la destinataria delle suppositoires in genere è lei).

Lo so, non siamo normali.

2 comments:

  1. Anche noi, essendo una famiglia bilingue, utilizziamo spesso termini coniati da noi, o ci serviamo di una terza lingua per riuscire a spiegarci quando proprio non riusciamo altrimenti.

    I bambini sono esilaranti quando traducono da una lingua all'altra espressioni che in realtà non esistono...

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  2. Bellissimo il vostro lessico.
    Ho molti amici di nazionalità diverse che vivono insieme e che hanno figli e assisto anche al loro aggiustarsi con le lingue. P. e R. sono rispettivamente indiana e olandese. Discutono in inglese, in campo linguistico neutro, così come W. e R. (Pakistan e Austria, loro hanno due figli che sono esposti a 4 lingue, due fuori casa -olandese e inglese- e due in casa)-

    Grazie per essere passata dalle mie parti. Mi segno il feed del tuo blog così non perderò i tuoi post

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