Monday 16 February 2009

Spoleto e Cascia

Ci sono momenti in cui vivere in una metropoli risulta assolutamente insopportabile.
Persino vivere in una metropoli come Roma, che, a mio parere, è tra le più provinciali tra le capitali europee e che offre un'idea di spensieratezza (o lassismo?) che manca ad altre città (penso alle pragmaticissime città del centro e nord Europa).
Penso che sia fisiologico desiderare, almeno per un paio di giorni, di andar "via dalla pazza folla", di vivere lontano dal caos, dalla ressa, dallo stress, dai visi perennemente rabbiosi che caratterizzano la grande città.
Grazie alla vicinanza geografica con l'Umbria, terra ricca di bellezze naturalistiche, culturali e artistiche, quando ci è possibile approfittiamo del weekend per tornare a rifugiarci in una dimensione più a misura d'uomo. Questa volta la nostra destinazione è stata Cascia e Spoleto.


Raggiungere la prima cittadina non è stata cosa facile: non possedendo una macchina (cosa che di solito desta meraviglia e sgomento ogni volta che lo dico: ma saremo l'unica famiglia con bambini priva di mezzo a quattro ruote??) abbiamo pensato di arrivare fino a Spoleto in treno per poi raggiungere Cascia in pullmann.
Il viaggio per Cascia si è rivelato più faticoso del previsto, complice le condizioni atmosferiche non proprio ottimali (la temperatura, controllata prima di partire, dava -5/-11), la lunghezza del viaggio (1 h e mezza da Spoleto), le curve, la fermata a Serravalle, dove è stato necessario prendere un altro pullmann, visto che non esistono mezzi diretti da Spoleto, e i lamenti di H. che nell'ultima mezz'ora ci ha ripetuto (ad oltranza) che doveva far pipì e non riusciva più a trattenersi. Finalmente arrivati a Cascia, abbiamo trovato una cittadina coperta di neve, quasi deserta, a parte i rari visitatori e dei ragazzini che giocavano a calcio in una piazza. Nella zona vicino al santuario di S.Rita l'atmosfera era quasi surreale, visto che ha cominciato a nevicare con un venticello leggero, e un silenzio profondo attorno a noi.
A volte mi chiedo se riuscirei a vivere in un posto del genere senza avere la sensazione di impazzire: ahimè, sono così abituata ai rumori che, pur amando la pace e la tranquillità, non so se riuscirei a vivere tutta la vita immersa in un silenzio così totale, così assoluto.
Siamo tornati a Spoleto nel pomeriggio. Questa volta, contravvenendo alla nostra abitudine di sistemazioni spartane in alberghetti senza molte pretese, ci siamo concessi un albergo più ameno: l'Hotel S.Luca, un albergo molto sofisticato ma di ambiente caldo e familiare.

Un'arredamento vecchio stile, che ricorda le case coloniali inglesi dell'Ottocento.

Piante tappeti, uccelliere, separé in ferro battuto, montagne di libri e riviste sparsi per la hall e i corridoi e splendide vetrate che danno sulla corte e permettono di inondare di luce tutti gli ambienti.

Uno degli alberghi più belli e d'atmofera che mi sia capitato di visitare.
Spoleto, poi, è una città deliziosa. Sicuramente faticosa, piena com'è di scale e gradini, ma molto molto bella, con costruzioni medievali, casette e ponticelli in pietra, piccoli giardini, negozietti all'antica e anche qui un'atmostera di grande tranquillità (a maggior ragione perchè era domenica).
Nel pomeriggio (con un ritardo di un'ora sul programma, che ci ha fatto rischiare di perdere il treno di ritorno per Roma) abbiamo assistito alla sfilata dei carri di Carnevale. Confesso di non essere un'amante del Carnevale, ma è stato piacevole assistere a questa carrellata di carri, che coinvolgeva gli abitanti di tutti i quartieri in un clima festoso.

2 comments:

  1. Che bello questo resoconto!
    Ma soprattutto, bellissime voi.

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  2. Come ti capisco!
    Anche noi abbiamo in programma di trascorrere la Pasqua da quelle parti!

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