Saturday 10 October 2009

Il giorno della marmotta, piu' varie ed eventuali

Nonostante l'autunno sia iniziato da un pezzo qui a Roma il clima sembra non essersene accorto visto che stiamo godendo di temperature da "été indien".

La data sul calendario però non da adito a dubbi: siamo ufficialmente entrati nella stagione dell'impegno, della attività lavorativa e non, e ci siamo lasciati alle spalle quella dell'ozio del riposo ristoratore, della libertà dagli orari e dal logorio della vita quotidiana.

Mai come negli ultimi anni ho avuto la sensazione di vivere il periodo che va da settembre a ottobre come un costante dejà-vu. Settembre, in primis, per me è il mese dell'iterazione, della ripetizione ad libitum di scene già viste, discorsi già abbondantemente ascoltati. Quando arriva questo mese ho la netta sensazione di esser diventata la protagonista del film Groundhog Day, costretta a ripetere in continuazione la stessa giornata.

Per H. è iniziata la scuola con più o meno gli stessi compagni. E' iniziato il delirio delle feste di compleanno, la ricerca del materiale scolastico, le polemiche dei genitori per cose spesso insignificanti, le lamentele condominiali, le parolacce da stress degli automobilisti romani, le conversazioni “accese” che si ascoltano per strada, tra coniugi, genitori e figli, amici, conoscenti. Sì, perche’ Roma e’ una delle poche città al mondo in cui i panni sporchi non si lavano mai in famiglia, e se uno ha da dire qualcosa contro qualcun altro non ci pensa due volte a dirglielo fuori, mettendo in piazza i panni propri e dell’altro: una donna che rimprovera all’ex marito di non pagarle gli alimenti con puntualità, un anziano che minaccia il suo (probabilmente) ex-amico di fare uno sproposito se non gli restituisce i soldi che gli ha prestato. Ho visto cose..

Il periodo tra settembre e ottobre e’, anche a livello strettamente personale, all'insegna della ripetizione.

Il trantran giornaliero fatto di risvegli, il rito della preparazione per andare a scuola, il patteggiamento per la colazione, la corsa a scuola e il solito ritardo, il lavoro al computer, il lavoro al computer, il cazzeggio su internet, Deejay Chiama Italia, pulizia casa (laddove non si possa farne a meno), il power-walking quotidiano, le commissioni varie, il pranzo coi resti del giorno prima, il me-time in completa solitudine, il prelievo della figlia da scuola, il corso di ginnastica artistica, giochi dentro e fuori casa, le chiacchiere, la cena (con l’incognita “chissà se l’adorato consorte riuscirà ad arrivare in tempo), le letture a voce alta di fiabe, le letture silenziose personali, il sonno.

C'e' un che di confortante nella routine. Come a chi è abituato a fare sempre lo stesso percorso per andare al lavoro e un mattino si trova la strada bloccata e improvvisamente si sente perso: dovrò fare un'altra strada, cosa ci troverò?, riuscirò a ricordare il percorso esatto?, riuscirò ad arrivare in tempo?
Invece: l’amabile sicurezza delle cose note..
Io, poi, che sono alquanto abitudinaria, dovrei essere contenta di aver ritrovato la mia routine. Eppure..
Eppure mi sembra di no. Di non essermici abituata affatto. Mi sembra di vivere, sì, questa routine, ma di farlo quasi con insofferenza, con "voglia di altro". Cosa sia questo "altro", poi non lo so.
Quello che so è che sto vivendo questo periodo della mia vita come se fosse un momento di transizione. Come se da un momento all'altro debba succedermi qualcosa che rompa i ritmi quotidiani, determini un cambiamento. Spero solo che il cambiamento sia positivo e che non causi troppi traumi.

Aspettiamo Godot. Il nostro deus ex machina. Nel frattempo ricominciamo il nostro giorno della marmotta.

2 comments:

  1. Ciao! Ti auguro che il cambiamento sia positivo appunto!!
    Ogni tanto mi chiedo perché la nostra vita (nella nostra cultura, in altre parti del mondo é diverso) sembra fatta di obblighi da svolgere fin da piccoli, poi bisogna lavorare come i matti per poter vivere fino alla vecchiaia per arrivare ad avere una pensione, forse; e chi ci arriva, a quella etá, poi andrá a finire in qualche casa di riposo... Che tristezza! Per quanto mi riguarda, faró di tutto per evitare le giornate "groundhog day"... Ogni tanto si sente dire che bisogna vivere ogni giornata come fosse l'ultima; non é una gran bel cosa pensare cosí ma c'é qualcosa di vero...
    buona fortuna
    Sybille

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  2. Ciao, ti ringrazio molto per la visita e gli auguri. Anche qui respiro un'atmosfera che mi piace!

    A presto!

    Simona

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