Monday 4 October 2010

Pregnancy & gravidanza

Quando ho annunciato di essere incinta mi è stato detto da più parti che "questa volta sarebbe stato più facile, se non addirittura una passeggiata". La frase, più che alla gravidanza in sè, (comunque imprevedibile e non classificabile, difatti i consigli di solito lasciano il tempo che trovano perchè ogni gravidanza è differente), penso si riferisca al fatto che di solito quando si affronta una esperienza per la seconda volta si è logicamente più esperti, più sgamati e, anche nel caso in cui si debbano affrontare piccoli problemi di percorso, l'atteggiamento è un po' più rilassato perchè si parte da un discreto knowhow.

In realtà, con questa mia seconda esperienza di maternità mi sono sentita paradossalmente molto più sprovveduta che con la prima. E attribuisco questa sensazione soprattutto al fatto che quando ho avuto la mia primogenita vivevo in un altro Paese, in cui la gravidanza viene gestita in modo totalmente diverso ed ero più giovane di 6 anni (che non sono pochi).

A Londra mi sono stati fatti solo gli esami di routine (tra cui solo due ecografie), esami di cui non ho mai avuto i referti (a parte le eco) neanche dopo aver partorito.
La persona che mi ha seguito durante tutta la gravidanza era l'ostetrica, che riferiva al medico solo in caso di particolari problemi (e non ho mai ritenuto necessario affidarmi a un ginecologo privato). Durante le visite mi venivano poste molte domande sulla mia percezione della gravidanza, come mi sentivo, se sentivo muovere il bebè, se avevo particolari disturbi, etc, e solo una breve porzione della seduta veniva lasciata al commento delle analisi, che in genere erano trattate sbrigativamente: "tutto procede bene, deve solo assumere tale integratore..".
Tutti i test e le visite (a parte le ecografie) erano svolti nella stessa clinica a due passi da casa, da loro prenotati e realizzati in forma assolutamente gratuita.
Nel momento in cui si è presentato un problema serio (colestasi ostetrica), a tre settimane dal parto, ho notato la tempestività dell'intervento. I monitoraggi, il ricovero, l'induzione, il cesareo d'urgenza: tutto si è svolto in modo rapido, puntuale ed efficace. Quindi se spesso, durante la gravidanza, mi è capitato di pensare che la questa fosse gestita in modo più indolente in GB (soprattutto quando mi confrontavo con chi affrontava lo stesso iter in Italia), poi mi sono ricreduta perchè ho notato che quando è stato necessario intervenire con prontezza, lo si è fatto in modo efficiente e impeccabile.

Qui in Italia ho inizialmente scelto di affidarmi a un'ospedale convenzionato pensando che sarei stata seguita dalla stessa persona durante tutto il corso della gravidanza. Invece mi sono ritrovata a dover sostenere delle visite ognuna con un ginecologo diverso, a dover ripetere la mia storia a ognuno a dover ascoltare pareri spesso contrastanti a dover fare una lista infinita di analisi ed esami in strutture diverse, dover attendere ore al telefono per poter prenotare le eco e particolari analisi in giro per Roma per poi finire spesso per farle privatamente (e a costo elevato) "perchè non c'era posto".
Gli esami e le analisi sono risultati essere il triplo di quelle che ricordo di aver fatto a Londra. Non so se l'eccessiva medicalizzazione sia dovuta alla mia età più avanzata o al modo in cui la gravidanza viene gestita nei due Paesi, ma ad ogni modo penso l'eccessiva scrupolosità sia positiva solo fino a un certo punto e sia adatta solo ad alcune future mamme. Io appartengo a quella categoria di persone che non amano molto l'ambiente medico (pur avendo un papà dottore) e che, non sentendosi affatto rassicurata dalla scrupolosità capillare, preferirebbero farsi torturare pur di non essere sottoposte all'ansia e allo stress generati dall'esito di esami e analisi cliniche. Alla fine, come sostiene il mio adorato consorte, più analisi fai più problemi si presenteranno che faranno ricorrere ad altre analisi, esami, visite specialistiche, farmaci, in un infinito circolo vizioso.
E in effetti, per me finora è andata esattamente così: dagli innumerevoli esami cui sono stata sottoposta risultava che ero passibile di una serie di patologie che probabilmente avevo anche durante la prima gravidanza ma che, non essendone a conoscenza, non mi preoccupavano perchè le persone che mi seguivano non vi davano peso.
Ecco, ci sono casi in cui, a volte, è preferibile rimanere nell'ignoranza.
Nonostante i medici italiano appaiano più precisi e accurati, nonostante vogliano andare a fondo nella questione non lasciando fondo a dubbi, così facendo danno l'impressione di prediligere l'aspetto clinico a quello umano, e creano un clima di ansia spesso ingiustificata (nel mio caso di problemi epatologici e diabetologici che sono stati invece esclusi dagli specialisti che mi hanno visitato).

Ecco, non penso affatto che questa "seconda volta" sia stato tutto più facile, al contrario ho come la sensazione di dover partorire per la prima volta e che il clima che ha caratterizzato questa gravidanza sia stato un po' più ansiogeno del dovuto.
Tempo fa ne parlavo con un'amica, che, riportandomi la sua esperienza di negligenza che le stava costando la pelle, mi ha detto con fermezza: "Meglio scrupolosi che superficiali".
Tuttavia mi chiedo se non sia possibile trovare una via di mezzo che renda i nove mesi un po' più tranquilli e sereni.

Un articolo interessante sul "sistema" inglese e quello italiano:
Mamma mia! Why Italy is best for births (versione inglese)

2 comments:

  1. Segnalazione interessante...considerando il sistema sanitario inglese non mi stupisco piu' di tanto...

    Magari ti frego il link per un mio post :P

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  2. Mettiamoci comunque che la toscana è all'avanguardia nel settore...mia cognata ha partorito lì in acqua e con un parto molto difficile.
    Di contro qui ti devi informare sui medici o le ostetriche che ti seguiranno e devi fare un pò "da te" anche per analisi e quant'altro.
    Il post patrum poi è inesistente, anche quando il medico lo paghi privatamente!

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