Sunday 30 September 2012

Un sabato romano

Fare i turisti a Roma. Visitare una città che non è la propria città di nascita, ma che ci ospita da anni. Una città per cui ho da sempre quello strano rapporto amore-odio che la vita quotidiana sui sette colli porta ad avere. Una città bella e imperfetta, dolce e amara, che offre sempre qualcosa di nuovo da scoprire, da vedere, da assorbire (e, in qualche caso, da dimenticare).
Oggi la nostra destinazione è stata Villa Sciarra.
Confesso di non averla mai sentita neanche nominare prima di leggere il libro "Dai Diamanti non Nasce Niente". La Dandini, in questo interessante volume sui giardini, parla della sua quasi-ossessione per un albero, il Gingko Biloba, e cita un curioso e commovente episodio riguardante un esemplare che, a un anno dalla tragedia di Hiroshima, riuscì a germogliare da un tronco semidistrutto situato di fronte a un tempio scintoista completamente raso al suolo in seguito all'esplosione nucleare. 
La Dandini dichiara di possedere una pianta di questa specie, ma di essere esasperata dalla lentezza di crescita della stessa. Fortunatamente - dice la presentatrice-scrittrice-giardiniera per diletto - Villa Sciarra, che si trova poco distante da casa sua, ne offre un esemplare adulto la cui vista le offre grandi soddisfazioni.


Sarò sincera: sarà che mi aspettavo un albero più imponente e sontuoso di quello che abbiamo visto, sarà che prediligo altre specie, sarà che entrambi gli esemplari di cui è dotato il parco mi sono sembrati poco frondosi e alquanto sofferenti, ma a me il Gingko non ha fatto impazzire.
Comunque, Serè, non te la prendere... De gustibus non disputandum est.








Il parco, in generale, a me è piaciuto molto. Non posso dire lo stesso degli altri componenti della famiglia che lo hanno trovato "carino ma non eccezionale" (certo, gli ultimi parchi visitati - Hyde Park e St. James park sono un po' più curati). Il mio adorato consorte dice di preferire di gran lunga il vicino e ben più grande Dora Pamphilij (ma in questo caso, la predilezione ha ragioni affettive, visto che quello è il primo parco che frequentava a Roma ed è legato a tanti momenti di svago dallo studio).





Villa Sciarra a me è piaciuto per il suo fascino romantico e decadente, di vago sapore ottocentesco.
Non è forse tra i parchi più curati (in alcuni punti, infatti sembra un po' abbandonato a sè stesso), ma è ugualmente accogliente e ha un che di misterioso che attrae i visitatori.


La visita è continuata nella Basilica di S.Paolo, in cui non mettevo piede da ben 12 anni (ma dico: è mai possibile una cosa del genere?).




Alla vista di cotanta bellezza e ispirate dalla spiritualità del luogo le due piccole (pie) donne di casa si sono prostrate in preda a un afflato mistico che neanche l'estasi di S.Teresa...
Tale fervore religioso è durato addirittura il tempo di una foto.


La giornata fuori si è conclusa qui, dove, a detta di molti (soprattutto dei proprietari) si può mangiare il tiramisù più buono di Roma.
Dopo il mio, naturalmente.

4 comments:

  1. E quando si puo' assaggiare questo tiramisu' (il tuo ovviamente!!!!)????

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  2. Quando volete... vi aspetto ;)

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  3. anche a me piacciono i parchi un po' decadenti...se devo dirla tutta vado pazza per quelli con il cimitero incorporato ! pensa un po' come stanno messi i miei familiari !!

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  4. anche a me piacciono i parchi di questo tipo!
    e' bello scoprire la citta' in cui si vive da "turisti"!

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