2012 non più di 2012?

Ecco, a quanto pare ci siamo quasi. Domani (ironicamente in coincidenza con l'esecuzione della recita di Natale della classe di H.) a quest'ora saremo finiti, kaput, les jeus sont faits rien ne va plus...
Prima di tirare le cuoia insieme ad altri 7 milioni di esseri umani (la qual cosa ha un che di consolatorio: mal comune mezzo gaudio), vorrei dire le seguenti cose:
Ai miei cari, che voglio loro tanto tantissimo bene, anche se a volte forse non lo dimostro e che lo so, sono lagnosa, mi lamento tanto, ma prometto che da domani  non lo farò più (bella forza!).
Alle mie figlie, che sono davvero soddisfatta e orgogliosa di come sono venute sù finora. Sono uno splendore: le bambine più belle e più brave che conosca. Chè non lo dico mai in pubblico, perchè "non sta bene" ma viste le circostanze posso anche fare un po' la "sborona".
Alla mia vicina di casa, che a differenza degli altri condomini, ogni volta che incontra me o i miei familiari, per un motivo a me incomprensibile, ci tratta come se avesse appena visto una cacca di elefante davanti alla porta di casa, che, prima che finisca la giornata, se mi gira faccio una capatina al bioparco e me la procuro davvero la cacca di elefante vera, così almeno per una volta, prima della nostra reciproca fine terrestre, potrò trovare il suo comportamento davvero giustificato.

E nel caso in cui avessero ragione quelli che dicono che i Maya hanno previsto non la fine del mondo, bensì la fine di una fase, ci vediamo domani. E auguro a tutti buona fine e buon inizio. Che sia un principio scintillante, entusiasmante, totalizzante, trasformante.
Tutti abbiamo bisogno di un nuovo inizio, che ci faccia cambiare (possibilmente in meglio).