Wednesday 19 January 2011

Il tempo di una notte

Approfittando dell'ultimo giorno utile prima della partenza dell'adorato consorte per Madrid, e della disponibilità dei miei (ancora per poco a Roma) a vegliare sulle bimbe ancora convalescenti, ieri sera siamo stati a vedere uno spettacolo che non volevo assolutamente perdere, in un teatro piccolo ma confortevole del quartiere Testaccio.
La sinossi:
Il teatro è la sua vita, il palcoscenico la sua casa. Eleonora Duse, attrice acclamata in tutto il mondo, dedica l'intera esistenza all'arte, intrecciata inevitabilmente ai moti dell'anima, all'inquietudine che riempie i suoi giorni. Sempre in viaggio, di città in città senza sosta, Eleonora insegue un destino al quale non può sottrarsi, rinuncia a sè stessa e sidona al pubblico, sedotto dalla naturalezza della sua recitazione e dai suoi moti appassionati.
Ma Eleonora è stata anche madre e nella maternità si misura il suo tormento, la sua incapacità ad esprimere senza remore amore e dedizione. Enrichetta cresce tra balie e collegi e impara fin da piccola a convivere con l'assenza della madre.
Il loro è un legame tormentato e complesso, fatto di continue fughe e struggenti ritorni. L'infanzia e la giovinezza di Enrichetta sono scandite dalle attese: attesa dei ritorni della madre, attesa di gesti affettuosi e di parole d'amore, attesa di abbracci e tenerezze.
Dopo la morte di Eleonora, Enrichetta, ormai donna matura, rivive il dolore di quelle aspettative e decide di ritrovare la madre in palcoscenico, il luogo che è stato la causa della loro separazione. Abbandona la durezza che ha protetto un'infanzia di solitudine e apre il suo cuore al pianto e al bisogno d'amore. Gesti, parole e silenzi coperti da anni di buio, squarciato da una figlia che chiede con forza, ancora di essere amata.

Il soggetto lo conoscevo già, visto che l'autrice/sceneggiatrice nonchè attrice unica dello spettacolo me ne aveva parlato più volte, trasmettendomi il suo entusiasmo per Eleonora Duse, personaggio da lei a lungo studiato. Ma non mi aspettavo di assistere a uno spettacolo così emozionante e intenso: inutile dire che alla fine mi sono ritrovata in lacrime tanto era il coinvolgimento nella storia di questa madre "speciale" e della figlia Enrichetta.
Il soliloquio o dialogo immaginario con la madre assente ci rivela degli aspetti di Eleonora Duse, ai più semisconosciuta e identificata solo in relazione al suo rapporto con D'Annunzio, che vanno al di là dell'immagine esteriore dell'attrice acclamata e scavano nel profondo di un'umanità inquieta, alla continua ricerca di sè. Del monologo-dialogo ho apprezzato molto il linguaggio, evocativo e solenne, come anche il lavoro di analisi e introspezione psicologica dei due personaggi interpretati che attraverso un dialogo immaginario svelano le proprie debolezze e i propri lati oscuri.
La bravura straordinaria dell'interprete rende facile identificarsi con i personaggi e il loro travaglio interiore.
Un dramma profondo e intenso che non può non colpire. A me è piaciuto immensamente.

Per chi lo volesse vedere: ancora fino a domenica, Il Tempo di una Notte, Teatro Antigone, via Amerigo Vespucci, 42 - Roma. Info e prenotazioni: 06-5755397

1 comment:

  1. il teatro a noi piace da morire... se fab non ha preso altri impegni per il we mi sa che un salto lo facciamo

    la tua storia dell'anello è peggiore della mia.... io sarei morta....
    mentre a mia zia ne capitò una ancora più assurda.... perse la fede nuziale... la ritrovò dopo un anno nello stomaco della gallina.... capì quindi di avela persa mentre impastava il mangime della gallina....e quella senza rendersene conto se l'era mangiata. Non potendo più uscire l'anello aveva soggiornato nello stomaco della gallina un anno

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